“Uno stivale pieno di delizie”: struffoli o mostaccioli?
Questa settimana “il Mascalzone” vi propone due dolci particolari: gli struffoli napoletani e i mostaccioli calabresi. Gli struffoli sono i dolci più napoletani che ci siano insieme al babà, alla pastiera e alle sfogliatelle. Si tratta di gnocchetti supercompatti di pasta frolla e miele, importati dai Greci a Napoli. Alcuni sostengono che il termine “struffolo” derivi dalla parola greca “strongoulos” arrotondato, altri ritengono che derivi da strofinare: il gesto che compie chi lavora la pasta, per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla a palline. Si tratta di un dolce tipicamente natalizio, amatissimo dai bambini per la presenza dei confetti colorati che un tempo veniva utilizzato per rendere meno povera la tavola, almeno durante le feste. Spesso venivano preparati nei conventi dalle suore dei vari ordini e regalati a Natale alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità. Numerose sono le varianti regionali, familiari e personali della ricetta degli struffoli. In Abruzzo vengono definiti “cicerchiata”, in Sicilia sono conosciuti come “strufoli” ma la ricetta base è comune e ha come elementi principali il miele, la farina, lo zucchero e le uova. In molti sostengono che il vero segreto di questo dolce sia la dimensione dello struffolo che deve essere piccolo in modo da aumentare la superficie di pasta che entra in contatto col miele, guadagnandone in sapore. Unica nota negativa è l’elevato apporto calorico, cento grammi di struffoli contengono circa 500 calorie, ma durante le feste si sa, è vietato pensare alla dieta. L’altra specialità di questa settimana sono i “mostaccioli” calabresi, tipici dolci sorianesi ormai diffusi in tutta la Calabria e in numerose zone d’Italia. Di origini greche, i mostaccioli hanno numerose forme. Ci sono quelli a forma di cuore, un tempo, regalati durante i fidanzamenti, i matrimoni e altre ricorrenze amorose e quelli a forma di animali che simboleggiavano il legame dell’uomo con l’allevamento e la natura in genere. Era inoltre usanza tipica dei maestri “mostacciolari” di Soriano Calabro dare a questi dolci la forma del santo protettore del paese, visto che venivano confezionati in occasione delle feste patronali. Si tratta di biscotti fatti con pasta sfoglia, mandorle, nocciole, gherigli di noci, cannella e miele. Forse proprio per la presenza della frutta secca ben presto diventarono classici dolci consumati a Natale. A Soriano si realizzano ancora oggi interi presepi con i mostaccioli e tanti esemplari di forme classiche sono contenute presso musei.
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