“Uno stivale pieno di delizie”: pandoro o panettone?
Il panettone, dolce milanese ed il pandoro, dolce veronese si contendono ormai da lungo tempo il titolo di dolce natalizio per antonomasia. Ma qual è il più buono? È difficile dirlo, dipende dai gusti. Chi ama le uvette e i canditi può scegliere il panettone, chi invece preferisce la semplicità può lasciarsi conquistare dal pandoro. Entrambi hanno origini curiose legate a insolite leggende. Tra queste troviamo quella che vuole che il nome “panettone” derivi da “pan di Toni”, dal nome di un garzone di cucina della corte di Ludovico il Moro che lo inventò. Nel corso di un banchetto offerto dal Duca in occasione del Natale, il cuoco di corte bruciò il dessert: la situazione fu salvata appunto dal garzone Toni, che aveva preparato un pan dolce con burro, canditi e pasta avanzati. Il dolce ebbe un tal successo che il Duca domandò quale fosse il suo nome e quando Toni disse di non aver ancora pensato a come chiamarlo, il Duca decise per “pan del Toni”. Secondo un’altra versione, più romantica, il Toni della leggenda, sempre vissuto alla corte di Ludovico Sforza detto il Moro, sarebbe un fornaio, padre della bella Adalgisa, amata dal cavaliere Ughetto degli Antellari. Per conquistare l’amata, Ughetto si finse garzone e una volta entrato nel laboratorio di Toni, preparò un dolce da offrire ad Adalgisa: l’impresa fu coronata dal successo e Ughetto riuscì a sposare la sua bella. Un’altra storia attribuisce la nascita del panettone ad una monaca di un convento molto povero, di nome Ughetta, che preparò questo dolce speciale per festeggiare il Natale assieme alle sue consorelle. Origini più incerte sono quelle del pandoro, tipica golosità veronese che prende il nome dal colore giallo oro intenso. Per lungo tempo gli storici hanno cercato di capire da dove provenisse questo tanto amato dolce e le tesi sono tutt’ora contrastanti. Alcuni studiosi pensano che il pandoro sia nato nella Repubblica Veneta del’500, quando venivano serviti sulle ricche tavole dei nobili dei dolci di forma conica, ricoperti da foglie d’oro, chiamati appunto “Pan de Oro”. Secondo altri, l’origine deriva da un antico dolce, a forma di stella, che i veronesi consumavano a Natale: il “nadalin”. La tesi però più autorevole lega la nascita del pandoro alla Casa Reale degli Asburgo. In ogni caso c’è una data che sanziona ufficialmente la nascita del pandoro, il 14 ottobre 1884, giorno in cui Domenico Melegatti depositò all’ufficio brevetti un dolce dell’impasto morbido e dal caratteristico stampo di cottura con forma di stella a otto punte. Qualunque sia la sua origine, il pandoro grazie alla sua fragrante semplicità è per i veneti il simbolo della purezza del Natale. Sia il panettone che il pandoro non mancano mai durante le feste sulle tavole degli italiani ma attenzione perché sono due dolci molto calorici che vanno consumati in modiche quantità. Cento grammi di panettone contengono 386 calorie contro le 414 del pandoro. Devono prestare particolare attenzione all’introduzione di questi alimenti le persone affette da diabete, ipertrigliceridemia, iperlipemia e obesità. Ma come si fa a riconoscere la qualità di questi due prodotti? Per il panettone occorre controllare che la cupola sia incisa a croce senza altri rilievi e spaccature. La crosta deve essere aderente alla pasta, dorata e senza bruciature. L’interno deve essere soffice e di colore giallo carico e deve avere le caratteristiche alveolature (i buchi), segno che la pasta è lievitata naturalmente. I canditi e l’uvetta devono essere presenti in notevoli quantità. Per il pandoro, invece, bisogna far attenzione che il fondo sia di colore bruno ma non bruciacchiato. La pasta deve essere di colore giallo, soffice e l’alveolatura deve essere meno evidente rispetto al panettone. In conclusione sia che preferiate il panettone o il pandoro è importante che sia di buona qualità e se proprio non vi fidate, divertitevi a realizzarli a casa con le ricette che “il Mascalzone” vi propone in allegato.
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