Camerino, 15 luglio 2009 – L’Università di Camerino ospiterà dal 17 al 20 luglio prossimi la terza edizione del Joint Italian-German Meeting sotto gli auspici del Purine Club Italiano.
L’idea di organizzare degli incontri periodici tra ricercatori impegnati nello studio di numerose patologie del Sistema Nervoso Centrale, infiammazioni ed infezioni, cancro, patologie cardiache, vascolari e renali che coinvolgono il sistema recettoriale purinergico è nata proprio qui a Camerino nel 2003 in occasione di un Convegno Internazionale. Successivamente nel 2005 a Chieti si è svolto il primo Joint Italian-German Meeting seguito poi dal convegno tenutosi a Leipzig in Germania.
Ospite d’onore dell’incontro, al quale parteciperanno più di 130 ricercatori, è il prof. Geoffrey Burnstock dell’Università di Londra, che terrà un relazione sulle più recenti scoperte riguardanti il coinvolgimento del sistema purinergico nelle malattie neurodegenerative.
Le malattie neurodegenerative del Sistema Nervoso Centrale costituiscono un problema di grande attualità e progressiva diffusione visto l’invecchiamento costante della popolazione. Si calcola infatti che nel 2020 il 15% degli italiani avrà più di 85 anni.
“Una grande sfida – spiegano le professoresse Gloria Cristalli e Rosaria Volpini, organizzatrici del convegno, insieme al loro gruppo di ricerca – attende la comunità scientifica. Dobbiamo trovare soluzioni efficaci affinché la vita delle persone non sia soltanto più lunga, ma anche qualitativamente soddisfacente”.
Nel corso del convegno si parlerà anche dei nuovi orientamenti farmacologici e fisioterapici. In questi anni, il contributo della ricerca farmaceutica per la terapia delle malattie neurodegenerative è stato considerevole ed un numero sempre maggiore di farmaci è entrato a far parte del bagaglio terapeutico.
“La sfida è a tutto campo – affermano le organizzatrici – ed è quella di mettere in atto una strategia che veda coinvolti esperti in diversi settori con competenze farmaceutiche, biotecnologiche, farmacologiche e fisiologiche. In questo modo si dovrebbe riuscire a potenziare la prevenzione e curare le sempre più rilevanti malattie neurodegenerative”.