di Vincenzo Marini Marini*
La Fondazione di Ascoli e l'intervento architettonico sulla zona costiera
02/08/2008 08:56:47 - Tra i diversi effetti dell’attività della Fondazione, uno dei più elementari ed evidenti si esplica sulla quantità e qualità delle presenze nel territorio, intese come elemento che può arricchire non solo l’economia ma anche i valori culturali della nostra comunità, che dal confronto e dalle relazioni trae stimoli e spinte allo sviluppo. Accanto ai flussi di tipologia tradizionale, e che di norma rientrano nell’ambito turistico (turismo balneare o turismo d’arte), vi sono altre tipologie quali, ad esempio, le presenze di studenti universitari, le attività congressuali, le relazioni nel settore eno-gastronomico o gli incontri ed eventi culturali. Peraltro la qualità delle presenze non deve essere riferita solo alla tipologia ma anche, in senso stretto, al prestigio ed al rilievo dei soggetti che sono presenti nel nostro territorio.
In tale contesto la Fondazione ha deciso di impegnarsi per la realizzazione di un’opera architettonica per favorire la conoscenza e l’identificazione, nel contesto nazionale ed internazionale, della comunità della Fondazione stessa, che è costituita dai cittadini di 38 Comuni.
Per ragioni di carattere storico e geografico, la Fondazione vorrebbe che l’opera fosse realizzata nella Zona costiera (che, per la Fondazione, comprende 10 Comuni: da Massignano a Monsampolo del Tronto, da Cupramarittima a San Benedetto del Tronto). Tra di essi il sito più adatto, in considerazione degli aspetti demografici e logistici, sembra essere San Benedetto del Tronto.
Per la realizzazione la Fondazione ha ideato una procedura atipica, diversa da quella che di norma si utilizzerebbe in tali casi e, in particolare, ha previsto il coinvolgimento della comunità sambenedettese tramite il Comune. In sintesi: il Comune decide il luogo e la tipologia dell’opera e dona alla Fondazione l’area da esso stesso individuata. La Fondazione, spendendo 10 milioni di Euro, realizza l’opera avvalendosi di Bernard Tschumi che, sia con i suoi scritti accademici e teorici sia con le sue opere architettoniche e pratiche, si è dimostrato uno dei protagonisti dell’architettura mondiale. La finalità di questa procedura è duplice. Innanzitutto si intende rispettare il primato del Comune nell’urbanistica della città, anche in considerazione dell’impatto che un’opera come quella in discussione può avere sul piano regolatore e su diversi aspetti della vita cittadina. In secondo luogo si intende stimolare la classe dirigente cittadina ad un’attività propositiva intesa nel senso più concreto.
Per il trasferimento dell’area alla Fondazione si realizzerà una “donazione modale”, vale a dire che si dovrà, nell’atto di donazione, indicare esattamente cosa si intende realizzare sull’area e l’uso che se ne farà. In caso di mancato rispetto di queste condizioni, l’area, con tutto ciò che vi sarà sopra, tornerà di proprietà del Comune, anche nella ipotesi che, in futuro, si modifichi l’uso. La Fondazione ha voluto utilizzare la “donazione modale” per garantire anche nel futuro il mantenimento degli accordi con il Comune. E’ significativo che ciò comporterà l’obbligo per la Fondazione di offrire al Comune, fino al momento in cui non sarà realizzata l’opera, una garanzia di 10 milioni di euro.
Peraltro la Fondazione vuole che sia massimizzato il grado di ricaduta positiva sulla comunità di riferimento. La realizzazione dell’opera può rappresentare una possibilità, per la classe professionale locale, di contatto con uno dei grandi architetti contemporanei: quindi si intende affidare la direzione dei lavori ad un’associazione professionale costituita dal Presidente dell’Ordine degli Architetti e dai suoi predecessori, a condizione che essi si facciano carico di tenere dei frequenti seminari di aggiornamento e di contatto con Bernard Tschumi a favore di tutti i professionisti della nostra comunità. Le imprese locali potrebbero essere coinvolte nella realizzazione, poiché, forse, la materiale costruzione dell’opera richiederà tecniche e materiali innovativi, e quindi potrebbe essere un’occasione per le nostre imprese di migliorare il proprio know how e di arricchire il proprio curriculum, oltre che di contribuire ad un’opera che va di certo a beneficio di tutta la nostra comunità.
Infine l’opera potrà essere l’ulteriore dimostrazione di quanto sia importante investire nella qualità funzionale ed estetica dell’ambiente urbano. Se è vero che tra le ricchezze di una comunità vi è l’ambiente, inteso anche per la sua diretta influenza sulla qualità di vita, è vero che la maggior parte di noi vive nell’ambiente urbano. Investire quindi nella qualità dei fabbricati, anche estetica, comporta un miglioramento della nostra qualità di vita.
*Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno