di Vincenzo Marini Marini*
Ascoli Piceno, 8 luglio 2008 – In relazione all’operazione architettonica a San Benedetto del Tronto della Fondazione di Ascoli, si sono registrate diverse opinioni e prese di posizione, tutte legittime ed interessanti. Peraltro, da alcuni interventi traspare un’opinione che, sul piano oggettivo, non corrisponde alla realtà: che la Fondazione effettui le sue erogazioni utilizzando i dividendi della Banca non è vero.
La Fondazione svolge due attività:
- innanzitutto lavora per produrre denaro da destinare alla comunità locale;
- in secondo luogo utilizza tale denaro in modo tale che la comunità pervenga un beneficio sociale superiore al valore del denaro utilizzato.
L’attività più delicata e importante è proprio quella di produrre denaro. Per fare ciò la Fondazione si fa carico di rischi e responsabilità, operando su titoli quotati nelle borse valori: senza tale assunzione di responsabilità, e senza l’utilizzo di competenze professionali, la Fondazione dovrebbe erogare molto meno.
In questo, peraltro, risiede la particolarità della Fondazione quale soggetto del Terzo Settore: opera a favore della comunità locale (come gli enti pubblici) ma senza utilizzare il denaro della comunità locale ma piuttosto producendo reddito ( come i soggetti privati).
In tale ottica deve essere inteso l’intervento architettonico a San Benedetto del Tronto: prima ancora di una erogazione consiste in un impegno attivo della Fondazione nella produzione di quei dieci milioni di euro necessari all’iniziativa. Ed è un impegno molto oneroso, che richiede capacità gestionali e di assunzione di rischio.
*Presidente della Fondazione di Ascoli Piceno