Cari ragazzi,
la cronaca che vi riguarda è confusa, ma non troppo. Facendo branco avete costretto una ragazzina di dodici anni a fare sesso orale almeno con uno di voi, e questa gloriosa impresa l'avete ripresa con un videofonino, e poi, non contenti, avete fatto in modo che tutta la scuola ne avesse conoscenza, fino a quando, finalmente, qualcuno di adulto se ne è accorto. E' successo in provincia di Como. La notizia, però, non avrebbe avuto grande clamore se il papà di quella ragazzina non vi avesse dato quattro pappine, in un momento di esasperazione. Pare anche che alcuni dei vostri genitori abbiano protestato per questa violenza che voi avete subito, e che abbiano sostenuto, guarda caso, che la ragazzina "era consenziente": Ho usato tutti i condizionali del mondo perché la verità vera non si saprà mai, il papà dell'adolescente nega di avervi dato ceffoni, e sostiene che uno di voi è caduto da solo, in mezzo adesso c'è una querela e insomma, si sa come vanno queste cose, ognuno tirerà l'acqua al proprio mulino pur di evitare conseguenze.
Ma io vi chiedo: dentro di voi, se vi fermate un attimo a pensare, non succede proprio niente? Non vi sentite dei piccoli disgraziati? Temo di no. E' come se non aveste dentro di voi alcun freno morale, nulla che in qualche modo vi faccia pensare che una porcheria è comunque una porcheria, e se proprio succede di farla, poi si cerca quanto meno di nasconderla, e non di propagandarla come un trionfo, una tacca sulla canna della pistola. Vorrei sapere davvero che cosa pensate dentro teste confuse e quasi vuote, dove i neuroni passeggiano spaesati in cerca di una guida che non c'è.
Possibile che per voi l'amore sia questa roba qui? Non oso incolpare nessuno, tanto meno i vostri genitori, altrimenti qui, in questa rubrica, mi arriva una valanga di proteste e dicono che si capisce che io non ho figli. Il che è vero. Ma quella ragazzina, ora, come vivrà la sua sessualità? Vogliamo davvero pensare che anche lei ha una responsabilità? Siamo caduti così in basso da non avere un minimo di dignità e di rispetto umano? Ho la sensazione, ma potrei sbagliarmi, che in questa fase della nostra vita sociale, quando tutti parlano della famiglia, è come vedere la pagliuzza e non la trave. I genitori sembrano tali solo nella fase magica della gravidanza, della nascita, dei primi anni di vita dei pargoli (ore e ore di chiacchiere su pannolini, alimentazione, gattonamenti, prime paroline....) e poi piano piano scende il silenzio, cresce l'imbarazzo. L'imprinting, la trasmissione di regole e di valori, è cosa difficile e ardua, ma forse è di questo che ora c'è bisogno, non per creare una generazioni di asceti e di bacchettoni, ma per rimettere almeno alcune cose al loro posto.
E' incredibile che questa storia faccia notizia solo per il gesto esasperato di un padre sconvolto e incredulo. Cari ragazzi, per favore, cercate qualcuno che vi aiuti. Fermatevi un attimo a pensare, non c'è niente di male ad ammettere una propria debolezza, una propria fragilità. Una volta si diceva: non farlo mai più. Mai più.
(da libero.it)