Il Cameroun di Alice
La festa di fine anno nella scuola materna di Mouda, momento per ripensare ad un'esperienza unica
19/06/2008 -Quando a settembre sono arrivata alla scuola materna “Arc-en-ciel” di Mouda con il mio francese impacciato, ricordo che il primo mese l’ho passato tra i bambini ad apprendere la nuova lingua e i loro nomi, per me difficilissimi, cercare di farmi conoscere e cercare di conoscere le loro abitudini, i loro giochi, le loro canzoncine e filastrocche. Anche con le maestre è stata dura all’inizio; parlavano tra di loro, spesso anche nella lingua locale, incomprensibile per me, parlavano delle loro cose ed io ne ero totalmente estranea.
Poi, con il tempo, tutto è cambiato, il mio francese è migliorato e la comunicazione è diventata più sciolta. Ora conosco i nomi di 70 bambini (cosa che credevo impossibile), so a memoria tutte le canzoni e le filastrocche; abbiamo organizzato un piccolo sottoprogramma didattico con le altre maestre, abbiamo messo in scena spettacolini, ho tradotto delle canzoni italiane per bambini e gliel’ho insegnate. Cosa più importante, ho appreso alcuni termini della lingua locale fondamentali per la comunicazione con le piccole pesti, come ad esempio: “attento a te”, “ smettila”, “non ti do i biscotti” ed altre “intimidazioni” del genere. Ovviamente tutto in tono molto scherzoso.
Nei mesi freddi, quando arrivavano a scuola con la pelle screpolata fino ad avere tagli sanguinanti su mani e piedi, ho messo loro la crema per alleviare il bruciore, ho lavato i loro vestitini ed i loro culetti quando facevano la pipì (o qualcos’altro) nei calzoni. Ho visto i cambiamenti di chi, come me, a settembre parlava solo la propria lingua ed ora invece conosce anche un po’ di francese, di chi era timidissimo e stava sempre a testa bassa, mentre ora riesco finalmente ad ammirare il loro dolcissimo sguardo, sono entrata nelle case di alcuni di loro e ne ho conosciuto i genitori che ora, quando mi incontrano al villaggio, mi chiedono dei loro figli e mi invitano a bere il “bil bil”. E con le mie colleghe abbiamo fatto cene insieme, Abiba mi ha insegnato a cucinare alcuni piatti del posto, mi ha fatto vedere come si sgozza un pollo, abbiamo festeggiato la festa delle donne, abbiamo ballato, comprato “pagn” insieme e ci siamo fatte fare gli stessi vestiti. Con Maifeo ho riso tanto, mi prende sempre in giro per la mia piccola statura, per la mia pelle bianca e delicata. Ci siamo confidate, (per quanto possibile), mi hanno fatto sentire una di loro, vengono a trovarmi quando vogliono ed io faccio lo stesso. Mi hanno aiutata a sentirmi meno sola e meno distante dai miei affetti.
Queste sono le persone con cui ho condiviso gran parte della mia esperienza in Cameroun. La mattina della festa mi sono seduta in angolo ad osservare i “miei” bambini e le “mie” maestre, una fantasia di colori, sorrisi, canzoni, voci, tutto quello che di bello hanno. In conclusione abbiamo consegnato ai genitori i lavori fatti in classe durante l’anno, caramelle, biscotti e succo per tutti. Così finisce la mia esperienza di lavoro alla scuola materna “Arc-en-ciel” di Mouda. Mi mancheranno tantissimo, la loro confusione, i loro pianti, le loro risate, le arrabbiature e le gioie che mi hanno regalato. (da provincia.ap.it) Alice Beltrami
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