("...Une heure authentique de vrai bonheur" )
Più d´una, in realtà, le ore generose "di autentico ristoro" domenica e lunedì al Teatro Concordia, XV Festival Ferré.
In compagnia di Ferré e Brassens, di Ferré e Brel.
Léo è stato qui ancora, "porta-parola di un mondo perduto", a ridirci affettuosamente che quand c´est fini, ça recommence.
Ricomincia davvero ogni anno, l´enfant-terrible Pino pinladen Gennari. Dopo aver giurato - l´anno scorso, quello prima e prima ancora - che stop, basta, non si fa più.
E questa, ancorata alle evocazioni cabalistiche del 15, davvero sarà la "chiusura matematica di un ciclo"? Non ci crediamo. Né ce lo siamo chiesti, ieri sera e ieri l'altro: troppo rapiti dal Ferré inedito di Nardin, dal Brassens profondo e impertinente di Patrucco, dal Brel impareggiabile di Faggella, dagli ordinati musicisti, dall´arguta intensità di Macario.
Per una volta ci siamo sentiti meno "patriottardi" (al diavolo le elezioni), meno " imbecilli fieri d´esser nati in un posto". Ma anche più falsari con le nostre pseudo armature, e la casa finto naturale e le tegole del tetto sintetiche, e il nostro falso pudore e il falso ardore, e gli angeli senz'ali e i paradisi artificiali...
Abbiamo socchiuso gli occhi. Non per ripararli dallo splendore abbacinante delle Gréco, Abril, Birkin, Bridgewater di passate edizioni, ma solo per meglio ascoltare, gustare, ricordare, canticchiarci dentro... E godere del respiro "europeo" dell´evento. Senza politici sul palco a dirci e dirsi vedete quanto siamo-siete-sono bravi. Senza posti riservati in prima fila. E quasi puntuali! E sala piena. E gli artisti a regalarci, della canzone francese d´autore, trasgressive "tenerezze e maledizioni".
Dandoci ben più di "une heure authentique de vrai bonheur".
* Histoire de faussaire
G.Brassens
Trad. A.Patrucco
23.06.´09 SDG