Lunga vita al Festival Ferré
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 21-22/06/2009 - Atmosfera autunnale all’ultimo Festival Ferré, fuori naturalmente, non all’interno dell’accogliente Teatro Concordia. Due magiche serate, senza pretese ma che ci hanno fatto stare davvero bene. Teatro pieno malgrado il calcio sempre più fastidioso ed invadente (Italia – Brasile di domenica…), pubblico intelligente, composto e partecipativo, posti riservati nelle prime file zero, ritardo quasi irrilevante, presentazione essenziale del buon Macario, e poi gli artisti con la musica dei nostri eroi, il cuore, l’essenza del Ferré. Vian, Brassens, Brel, Ferré presi per mano con grande maestria, rispetto ed umiltà da veri artigiani del teatro, della musica e non solo. L’architetto veneto Nardin accompagnato da una fisa memorabile, Alberto Patrucco, coinvolgente e fluviale con il suo ironico, irriverente e quanto mai attuale Brassens. Dulcis in fundo il livornese Luca Faggella, commovente ed inaspettato il suo Brel, un’interpretazione da manuale. Ci veniva una gran voglia di abbracciarlo. E’ la canzone d’autore (data più volte per dispersa) che trionfa, è la canzone francese che trionfa e che trova continuamente nuovi interpreti. Il taglio di budget non ha condizionato la qualità ed il livello culturale del Ferré. Quasi un miracolo. Caro Gennari non finisci mai di sorprenderci! Tu continui a dire basta tutti gli anni ma noi ormai non ti crediamo più. Anche l’edizione numero 15 (non sono poche) se n’è andata e, con una certa malinconia, lunedì sera abbiamo lasciato soddisfatti il Concordia già pensando al prossimo appuntamento. Noi faremo il possibile per non mancare, come sempre. Lunga, lunghissima vita al Ferré, tra i pochi, autentici “gioielli di famiglia” della città. Renzo Vitellozzi
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