Afterhours “E’ solo febbre”, video di Graziano Staino
Tonde geometrie schiudono cancelli neri, operano tagli di bianco sottile, è solo febbre ma la febbre è un bisturi. Nuove costruzioni che cadono. Nuove forme di melma che parlano la lingua biforcuta di tempi immiseriti. Non è un caso che qualcuno svenda la sua personalità per profitti infinitesimali. Tutto per piacere. La città somiglia a un mostro di perdizione ed apnea. Un protagonista diaboliko dall’incedere attentatore perpetra il male con guanti di pelle nera, non lascia tracce eppure ribalta il mondo. Cambiare stile falciando teste. Cambiare amore cambiare veste. Tradire tutti per non star solo. Qualsiasi cosa se piacerà. Il traditore è un’ombra nella società incivile in cui le nuove costruzioni si autodistruggono e nel finale diventano nubi oleose che si aprono con propaggini serpentine e si mescolano alle diverse gradazioni del grigio, quasi-farfalle che restano incollate a terra, niente volo, il cielo un pozzo di petrolio. E allora il liquefarsi opprime. E lo scioglimento ha sesso femminile. Ebbro di colpa. Tor(men)to su pelle di ver(ti)gine.
“E’ solo febbre” è il primo singolo estratto dal nuovo album degli Afterhours in uscita a maggio. Manuel Agnelli e soci tornano ad un suono oscuro e sperimentale, scelta necessaria per un gruppo che non intende in alcun modo autoconfinarsi nella gabbia della ripetitività, specie con un contratto major in tasca. La sperimentazione sonora ben si sposa con quella visiva del cortometraggio che accompagna il pezzo, girato da Graziano Staino, sempre più radicale nel suo percorso di ricerca.
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