Il Cameroun di Alice
La pioggia è attesa da tutti e, se non arriva, gli uomini salgono sulla collina per misteriosi riti propiziatori
La stagione delle piogge è anche il momento propizio per seminare il miglio che donerà il suo raccolto tra agosto e settembre, mese del “caral”, cioè un tipo di miglio più pregiato che ha bisogno di pochissima acqua perché la piantina, fatta per metà crescere nella buona stagione, viene trapiantata nel campo e sfrutterà per crescere l’acqua rimasta nel terreno: avrà bisogno di un bicchiere di acqua al giorno per donare a novembre i suoi preziosi chicchi dorati.
Tutti attendono la pioggia: se per tre giorni consecutivi non arriva, i cacciatori di Mouda, armati del loro artigianale macete, salgono in cima alla collina sacra che separa il villaggio di Sarmazougui da quello di Mouda. A differenza delle altre colline, essa è caratterizzata da grossi massi: nessuno sa di preciso cosa succeda lassù durante i riti propiziatori. Si sa che custodiscono in una piccola grotta due vasi di terracotta: uno contenente tanti insetti di vari specie e l’altro un serpente. Purtroppo non sono riuscita a sapere altro: mi piacerebbe assistere ad un rito o avere un racconto dettagliato di quello che succede, ma non credo sarà possibile.
Ovviamente questi sono solo riti pagani che non portano ad alcun risultato, però è anche vero che in Africa succedono cose strane, tante coincidenze spesso si intrecciano tra loro e danno vita ad avvenimenti misteriosi. Ad esempio, lunedì scorso ero al mercato di Mouda con i bambini ed abbiamo incrociato i cacciatori che partivano per la collina. Nella notte ha iniziato a piovere ed ha continuato fino al primo pomeriggio di martedì. Lo so, per noi è una semplice casualità, ma per loro? Il rito ha donato il risultato sperato, le loro preghiere sono state esaudite.
Quando il temporale sorprende nella notte, non si può fare a meno di essere svegliati. La camera buia diventa una sala da ballo con luci ad intermittenza, i forti boati rimbombano nel silenzio e quando la pioggia arriva sul tetto in lamiera sembra di essere all’interno di una grande pentola sul cui coperchio qualcuno all’esterno batte incessantemente con un bastone di metallo: è assordante. Ogni volta che succede, penso: “Questa volta il tetto non reggerà”. Dopo un po’, però, come per qualsiasi cosa ci si fa l’abitudine e allora quelle diventano le notti in cui si dorme meglio grazie all’aria fresca che entra dalle finestre. Ovviamente con le piogge le piste di terra rossa diventano impraticabili, i trasporti difficili e le comunicazioni quasi impossibili. L’elettricità va e viene, internet diviene un lusso concesso qualche giorno al mese quando tutto va bene, altrimenti nulla. Mentre sto scrivendo, sono quasi le 10 di sera, la corrente se ne va: sta per arrivare un altro temporale. Alice Beltrami
Pubblicato il 2/7/2008 alle ore 10:26 da provincia.ap.it
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