L'Etiopia di Francesca
Quando si sperimenta sulla propria pelle quanto è importante disporre dell'acqua...
20/12/2007 - Stasera ho raggiunto un mio record personale: ho fatto la doccia utilizzando una sola brocca d’acqua (capelli esclusi, perché per quelli è necessaria un’altra brocca)… Anche nella casa in cui abito l’acqua non scorre più nelle tubature ormai da quasi 3 settimane. Le prime volte che giravo le manopole dei rubinetti e non usciva nulla, provavo una sensazione davvero sconfortante, quasi di panico. Piano piano ci stiamo organizzando: i nostri colleghi etiopi conoscono le zone in cui c’è ancora acqua e abbiamo riempito 2 barili da 200 litri; poi, di volta in volta, tramite bacinelle utilizziamo quella che ci occorre e quando i barili saranno vuoti li si riempirà di nuovo. In una circostanza come questa è fondamentale razionalizzare l’acqua, perché non è d’immediata reperibilità e occorre quindi un po’ di organizzazione per andarla a prendere. Soprattutto è poca in tutta la zona di Moyale.
In Etiopia ci sono due stagioni delle piogge, una lunga, un’altra breve. Il periodo in cui piove varia a seconda delle latitudini: a Moyale la stagione lunga, detta agaya, dovrebbe essere da marzo a maggio, mentre la breve, ganna, da settembre ad ottobre. Quest’anno la breve ha ritardato di qualche settimana, ma è comunque durata due mesi ed è stata abbastanza abbondante, anche se mal distribuita, mentre la lunga è durata solo 15 giorni ed è cominciata molto tardi.
L’altro giorno ho letto un volantino nel quale c’era scritto che un miliardo e mezzo di persone nel mondo beve acqua che noi in Europa non utilizzeremmo neanche per lavare la nostra auto. Di volantini di questo tipo ne ho trovati tanti anche quando ero in Italia, dove abbondano le informazioni sulle problematiche legate alla carenza idrica; dopo un po’ che leggevo questi numeri, mi ripetevo che ormai li conoscevo. Stavolta però ho letto il volantino e mi ha fatto un effetto un po’ più scioccante. Ho avvertito un brivido alla schiena e un nodo in gola: è strano pensare come cambi la prospettiva delle cose quando uno appena appena le sfiora.
Ho visto intorno a Moyale alcuni pond e pozzi cui la gente si abbevera normalmente di colore rosso come la terra su cui sono costruiti: un campo dell’attività di LVIA è quello degli interventi in materia igienico-sanitaria: vengono svolti corsi di formazione su come rendere pulita l’acqua sporca in modo tale che essa possa essere utilizzata per il consumo umano senza incorrere in malattie. Nonostante io beva acqua minerale, mi sono comunque fatta spiegare dalla mia collega in cosa consistano questi metodi, che sono relativamente semplici. Non li descrivo perché tanto alle nostre latitudini abbiamo acqua non solo pulita, ma anzi potabile…
Ricordo che, prima della partenza, più di una persona mi ha detto che, alla peggio, sarei potuta tornare a casa. Devo dire che la tentazione a volte non è mancata: potrei tornare a lavarmi sentendo l’acqua che scroscia abbondante dai rubinetti senza paura che possa smettere di fluire o che contenga qualche batterio pericoloso: ma la vita cambierebbe solo per me e io continuo ad aver voglia di fare questa esperienza: Fosse solo per capire cosa significa quello che è scritto in un volantino. (da provincia.ap.it) Francesca Bernabini
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