Italia-Rep.Ceca 2-0: le pagelle degli azzurri
Speciale Germania 2006 – Italia prima nel girone, con due vittorie e un pareggio, 5 gol segnati e 1 subito. Contro i cechi, nonostante il risultato rotondo, più ombre che luci. Sblocca la partita Materazzi, subentrato a Nesta infortunato. Dopo 45’ la Repubblica Ceca rimane in dieci e la partita si addormenta. Nel finale raddoppio dell’immortale Pippo Inzaghi.
Discutibili le scelte di Lippi, che mette in campo un 4-4-1-1 che fatica sin dai primi minuti. Totti è un’ombra e il suo recupero appare sempre più un miraggio. Si fosse chiamato Del Piero sarebbe già stato crocifisso. Nell’unica partita che l’Italia gioca con lo stesso modulo della Fiorentina, Toni – 31 gol in campionato e già bocciato dopo due partite senza reti - resta in panchina. Al suo posto un Gilardino capace di perdere tutti i contrasti aerei e di farsi fischiare fallo a sfavore ogni volta che prende posizione spalle alla porta. Zambrotta, spostato a destra, non spinge come a sinistra, anche perché tappato da un Camoranesi inguardabile. Se il ct ha deciso di rinunciare a Panucci, abbia il coraggio di schierare i terzini destri che ha portato con sé. Bene come sempre i centrali difensivi. Chi, con l’uscita di Nesta, ha temuto il peggio, è stato smentito dalla prova sicura di Materazzi, che ha soprattutto il merito di aver sbloccato la gara.
Le pagelle: Buffon 7 – Si conferma numero uno mondiale. Nedved prova ripetutamente la botta dalla distanza, ma Gigi è sempre reattivo. Pazienza se non blocca mai la palla, qui non si passa. Zambrotta 6 – Partita diligente ma poco brillante. Non si propone spesso, anche perché Camoranesi, suo compagno di fascia, non lo aiuta. Nesta s.v. – Lascia il campo dopo un quarto d’ora. Peccato, nelle prime due partite era stato il migliore in campo. Dal 16’: Materazzi 7 – Entra a freddo, ma impiega solo dieci minuti a rendersi protagonista in positivo. Sul corner di Totti, la difesa ceca si addormenta e gli lascia fare il terzo tempo. Lui non crede ai suoi occhi, stacca imperioso e realizza l’1-0. Poi gioca senza commettere errori, facendosi anzi apprezzare per alcuni ottimi anticipi. Cannavaro 7 – Un paio di leggerezze nei primi dieci minuti. Dopo l’infortunio di Nesta si ritrova a dirigere la difesa e lo fa con l’autorità del capitano vero. Grosso 5,5 – Due sgaloppate ad inizio gara fanno pensare ad un Grosso incontenibile, ma è un’illusione, perché presto entra in difficoltà quando i cechi spingono sulla sua fascia, riuscendo a soffrire in più di un’occasione l’ormai impresentabile Poborsky. Secondo tempo senza patemi. Gattuso 6,5 – Primo tempo giù di tono, tanta grinta ma poco precisione. Poi ritrova il passo giusto e il suo pressing a tutto campo si fa asfissiante. Una sfida nella sfida con Pavel Nedved: i due nemici giurati non si risparmiano colpi dall’inizio alla fine. Pirlo 6 – Con Totti più simile ad una statua di sale che ad un numero dieci, è l’unico capace di inventare qualcosa. Al 25’, con una pennellata delle sue, pesca in area Gilardino, che viene anticipato; dal corner conseguente arriva il gol di Materazzi. Commette però alcune disattenzioni che, contro squadre più in palla, possono essere fatali. Perrotta 6 – Nei primi 45’ è l’unico dei centrocampisti che tenta di inserirsi. Cerca il dialogo con Totti senza avere risposta. Assist d’oro per Inzaghi in occasione del 2-0. Camoranesi 4,5 – Doveva portare vivacità sulla fascia, invece gira a vuoto spaesato e svogliato. Non dribbla, non crossa, non si sovrappone, non tira. Irritante. Dal 73’: Barone s.v. – Esordio mondiale per il centrocampista del Palermo, che si posiziona a destra al posto di Camoranesi. Totti 5 – Entra in campo impaurito, riportando alla mente il coniglio bagnato di agnelliana memoria, e butta via tutti i palloni che gli finiscono sui piedi. Finisce la partita senza averne più già da mezzora. Va bene che non è in forma e qualcuno sogna di recuperarlo facendogli accumulare minuti, ma vederlo rendersi ridicolo con velleitari tentativi di cucchiaio è troppo. Anche l’Italia ha il suo caso Ronaldo. Gilardino 5 – E’ il solo attaccante di ruolo in campo e viene puntualmente ingabbiato dalla difesa ceca. Lui ci mette del suo, facendo poco movimento e perdendo spesso la sfida quando decide di metterla sul piano fisico. Dal 60’: Inzaghi 6,5 – Ormai ha 33 anni, ma è lo stesso Inzaghi di dieci anni fa, nel bene e nel male. Prima sbaglia due occasioni da solo davanti a Cech, la prima di destro, la seconda di testa; poi si invola sul filo del fuorigioco, realizza il 2-0 e si butta in lacrime sotto i suoi tifosi.
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