L'Etiopia di Francesca
Una stagione secca particolarmente dura dopo due stagioni delle piogge "avare": così si rischia la siccità / 17
18/2/2008 - Moyale è nel pieno della stagione secca che si sta rivelando particolarmente dura, perché la quantità d’acqua caduta nelle ultime due stagioni delle piogge non è sufficiente ai bisogni. Alcune produzioni cerealicole, sia per il consumo umano sia per quello animale, non sono cresciute, mentre quelle nate non soddisfano le richieste. Ai mercati il loro prezzodiventa quindi proibitivo per alcune fasce di popolazione; inoltre i pochi beni ortofrutticoli disponibili qui non sono autoctoni dell’area di Moyale, ma di altre zone dell’Etiopia e del Kenya; il recente aumento del prezzo del petrolio ha prodotto rincari sul costo del trasporto e quindi sul prezzo finale. Le agenzie internazionali continuano a programmare interventi di distribuzione del cibo che sono una costante nell’area di Moyale da ormai 10 anni. Attività di questo tipo contribuiscono a far abbassare i prezzi nei mercati e aumentano le quantità di cibo disponibile, per quanto i criteri di distribuzione siano spesso difficilmente controllabili anche dalle stesse agenzie perchè gestiti soprattutto a livello governativo.
L’aumento del prezzo del cibo è tra gli indicatori che rilevano la profondità di una crisi che, nel peggiore dei casi, può portare a siccità. A Moyale il rischio è molto alto: l’acqua è fortemente diminuita nei pozzi e nei sistemi idrici tradizionali, molti pond sono ormai già secchi, mentre alcuni schemi idrici motorizzati hanno smesso di funzionare, tanto che ci pervengono continue richieste di manutenzione e riparazione.
Anche le condizioni fisiche degli animali sono peggiorate, soprattutto i bovini stanno dimagrendo: traspaiono le costole da sotto la pelle e hanno smesso di produrre latte già da un po’. Aumentano le mandrie che, dopo lungo cammino, arrivano nei pond dove c’è ancora acqua e ciò accelera il processo di abbassamento del livello d’acqua. Inoltre l’erba e le aree per il pascolo disponibili vengono sfruttate più di quanto la terra permetta (overgrazing) con serie ripercussioni sul livello di sostenibilità ambientale. La migrazione animale coinvolge anche i pastori e spesso le loro famiglie: una delle prime conseguenze è l’abbandono scolastico, ma non vanno sottovalutati l’indebolimento fisico e le malattie.
Alcune malattie sono particolarmente serie e si diffondono con velocità tra gli animali: si registrano già casi frequenti di morti di cammelli, vacche e capre, principali fonti di sostentamento della zona. Sono quindi fondamentali gli interventi per individare le aree dove si concentrano determinate malattie e intervenire con cure e vaccinazioni, così come è importante riabilitare le aree pastorali. Può rivelarsi molto utile anche la costituzione di cooperative che producono beni alternativi al bestiame, che possono quindi costituire un’ulteriore fonte di reddito, come ad esempio le resine, disponibili in buone quantità. In situazioni come quella attuale, infatti, il prezzo del bestiame diminuisce e i termini di scambio dei pastori peggiorano notevolmente: la quota del loro reddito spesa per il cibo s’impenna, mentre si riduce la disponibilità di moneta per vestiario, tasse e materiali scolastici, cure mediche, ecc.
La mia attività consiste nel monitorare la situazione di sicurezza alimentare, analizzando gli indicatori sopra descritti (livello d’acqua, stato fisico degli animali, abbandoni scolastici, incidenza delle malattie, prezzi nei mercati ecc), condurre una indagine sulla catena di mercato delle resine, seguire e supportare le attività delle cooperative già create all’interno del progetto. Tutto questo dopo aver dovuto anch’io superare in parte “lo shock” d’assenza idrica di cui ho già parlato e dopo aver preso consapevolezza dell’importanza del mondo animale in quest’area….
Francesca Bernabini
Vuoi sapere di più sull'attività dell'organizzazione LVIA, associazione di solidarietà e cooperazione internazionale? Consulta il sito www.lvia.it
|