La 16^ edizione del Premio Libero Bizzarri si presenta così: un Festival, “il” Festival del Documentario italiano.
Scomparso il termine “rassegna” (presente nel nome fin dalla prima edizione), sostituito dal niente affatto originale, ma di impatto immediato, DocFilmFest, il 16^ Premio Libero Bizzarri si avvia a diventare quello che per anni ha rappresentato, ma mai esplicitamente dichiarato: una sorta di David di Donatello del documentario italiano.
La similitudine all’apparenza “impegnativa”, con la “vetrina” del nostro cinema di finzione, trova la sua ragione di essere dal fatto che questa edizione ospita il meglio della produzione documentaristica italiana del 2008 e riesce a far intravedere quali saranno le linee di tendenza di quella dell’anno in corso. Raddoppiato il numero di iscrizioni al concorso ci si è resi subito conto di trovarci di fronte a una svolta epocale della nostra manifestazione. Gli autori e le case di produzione più importanti (e senza un lavoro “diplomatico” alle spalle), hanno inviato le loro opere ritenendo la sola presenza al “concorso” del Bizzarri di per sé un fatto importante.
Da qui la necessità di rimirare e rivedere la stessa “confezione” della nostra proposta che, forte dell’esperienza dello scorso anno (la vetrina offerta a tutte le opere pervenute), ha deciso di proseguire su questa strada che, i fatti lo dimostrano, si è dimostrata vincente in termini di “offerta qualitativa” a livello nazionale.
Il contenitore principale, il tema conduttore del Festival, sarà nel 2009 l’Ambiente (così come per il 2008 erano stati i Diritti umani). Un tema che attraversa trasversalmente tutte le proposte filmiche che sono pervenute dal momento che, comunque, è dal contesto ambiente-natura-territorio che parte qualsiasi passo dell’esistenza dell’uomo e non solo. Volendo sintetizzare questo percorso all’interno del Festival, si potrebbe definirlo con “La cultura della terra, l’essenza del mare”, che poi è la dimensione culturale di San Benedetto del Tronto, città che il Festival ospita.
Di fondamentale importanza, in questa nuova via del Premio, l’apporto dell’Accademia Internazionale del Documentario “Libero Bizzarri”, i cui allievi avranno la possibilità di confrontarsi con i protagonisti del Festival e di esaminare con loro tutti gli aspetti (tecnici, artistici, produttivi e distributivi) che caratterizzano un’opera documentaristica.
Agli stessi allievi, trasformati in giuria, sarà delegata l’assegnazione del Premio “DocAcademy” che la Fondazione Bizzarri istituisce da quest’anno.
Il Festival torna d’estate, in piazza, fra la gente. In autunno l’appuntamento sarà con MediaEducazione e Il nostro tempo è ora. Un tuffo nel passato e un salto deciso verso il presente e il futuro.
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