Il Cameroun di Alice
La parte finale di un viaggio: in tre in moto, su un pulmino strapieno di persone e animali, in autostop
17/1/2008 - Racconto di un viaggio a Rhumsiki
Il giorno seguente andiamo nel villaggio di Rhumsiki, il contorno naturalistico cambia completamente, vallate e colline su cui sorgono dei picchi di rocce altissimi: la sensazione è quella di essere su un paesaggio lunare… Questa è anche una delle zone turistiche del Cameroun e proprio per questa attrazione naturalistica troviamo un hotel e un ristorante gestito da un camerunese dove decidiamo di fermarci per pranzo. Devo dire che mangiamo molto bene: insalata, pizza con verdure, riso e carne di capra arrosto.
La giornata prosegue tra avventure in macchina, incontri con tanta gente, mercati e bill bill che, essendo offerto, non si può rifiutare. E’ venerdì, siamo stanchi, i nostri vestiti sono lerci e noi non siamo da meno! Il Père decide di restare ancora qualche giorno, mentre Benjamin ed io ripartiamo per rientrare a Mouda. Ci mettiamo in strada e iniziamo un’altra piccola avventura per concludere in bellezza il nostro piccolo, ma meraviglioso viaggio. La macchina è infatti rimasta al Père e dove ci troviamo, cioè nel villaggio di Mogodè, non ci sono mezzi: l’unica soluzione è fare l’autostop. Dopo circa un’ora di cammino e piccole soste senza vedere mezzi in transito, finalmente ecco arrivarne una moto: la fermiamo, il ragazzo è gentile e accetta di darci un passaggio fino a Mokolò. Saliamo con i nostri zaini legati dietro (qui è normale andare in tre e senza casco).
Due ore e le mie gambe e la mia schiena sono a pezzi, ma non importa: la moto in Africa ha sempre il suo gran fascino. Doniamo qualcosa al ragazzo e andiamo a cercare un car (un pulmino pubblico con circa 10 posti, ma si sale in 15 più capre e polli) che ci porti fino a Maroua. Dopo mezz’ora di attesa siamo di nuovo in viaggio: preferisco di gran lunga la moto, qui stiamo stretti come sardine in scatola ed ho anche due polli vivi sulle gambe: però, che ridere! Un’ora e siamo a Maroua, ancora moto per arrivare fino alla fermata dei car che purtroppo ci dicono che oggi non passano e non si sa perché. Cosa fare? Semplice, autostop. Prova Benjamin e nessuno si ferma. Provo io e sono fortunata: passa Alessandro, un operatore di Acra, la stessa associazione per cui lavora Laura, una ragazza che vive con noi a Mouda. Alessandro ci fa salire e ci accompagna fino a destinazione. Alle 15 rientriamo finalmente alla base.
Quante prove e quante cose nuove ho incontrato in questo viaggio! E poi è stata una settimana in cui ho parlato solo francese: è ancora maccheronico, ma sta migliorando velocemente. Alice Beltrami
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