Caro Gianni
Amici della Valle dell'Aso
di Luigi Meconi
Hai colto bene alcune contraddizioni di fondo.
Penso che ogni convegno oggi va letto in funzione della prossima campagna elettorale.
Quindi attenzione.
La contraddizione più di fondo che però non viene detta è che se si guarda a quanto sta avvenendo oramai nel mondo, un ripensamento, necessario, del come stare insieme, come scambiarsi beni e servizi, in poche parole, come ripensare addirittura la vita, tornano, o dovrebbero, tornare al centro delle discussioni i territori e chi li vive.
Subito dopo, hai ben detto, io vedo i nostri piccoli centri, i piccoli Comuni.
Pensare che i territori e quanto in essi è vita, di questi Comuni, possa essere governato dalla città di Fermo, a me sembra la negazione stessa sia dei territori che di quanti li vivono. Hai colto nel segno quando hai stigmatizzato la 'bestemmia' dell'Assessore di Fermo che ha equiparato i 40 Comuni del fermano a "quartieri". Stessa cosa, ma in modo non diretto, mi sembra tu abbia colto dal Sindaco di Fermo.
Questi signori dovrebbero rileggersi la nostra Costituzione. A partire dagli articoli 5, 114 e 118.
E' non meno vero, per altro verso, che i piccoli centri, i piccoli Comuni, in un mondo, nel bene e nel male, globalizzato, se pensano di governarsi da se, sono in errore.
Per inadeguatezza.
Il problema è pertanto come evitare Fermo caput mundi e insieme Altidona o Lapedona caput mundi.
In molti stati Ue da anni si sono occupati, concretamente, del problema. Con politiche di "accorpamento" dei piccoli Comuni. In alcuni casi obbligatorie, in altre volontarie.
L'Italia è rimasta, come al solito, ultima.
Le politiche di comprensori prima e di unioni di Comuni poi, hanno tutte sostanzialmente fallito.
Resta il problema.
Ora lo stanno affrontando, mi sembra, ancora più drasticamente. Come? Esternalizzado i servizi pubblici locali prima. E quindi privatizzandoli.
E i Comuni?
Dicono, scrivono, sia governi di centro-sinistra, sia governi di centro-destra, che ad essi resterebbe la "regolazione" e i "controlli". Prova a vedere se c'è una sola persona, una sola associazione, una sola impresa, che "regoli" e "controlli" mentre altri fanno su cose che li toccano direttamente. Chiaro che dietro c'è un bluf.
Dietro queste politiche, e le vedrai ancor più definite i prossimi giorni quando usciranno, finalmente, i disegni di legge governativi sia sul nuovo Codice delle Autonomie, o sulle funzioni fondamentali degli Enti Locali, che sul Federalismo fiscale, l'emergere, possibile, dei nuovi Signori.
Questi nuovi Signori, non è esagerato compararli con i Signori emersi al deteriorarsi dei governi dei Liberi comuni a fine '500, non sono altri che i top manager delle multi utilities.
Il vero governo dei territori e quanti vi vivono è passato, e di questo ne hai diretta esperienza oramai da più anni, dai Consigli Comunali, dalle Giunte, e dagli stessi Sindaci, ai presidenti, agli amministratori delegati e ai consigli di amministrazione di queste multi utilities spa.
Lo hanno già fatto per autostrade, telefoni, poste, enel, servizio idrico, rifiuti solidi urbani, Piani regolatori (chi li fa, da oramai oltre un decennio, i Consigli Comunali o le banche finanziatrici di Accordi di programma?), beni culturali (non a caso hanno messo ai vertici dei beni culturali un top manager formato alla Mac Donald), ora (con la famosa legge 133 dell'agosto scorso) hanno introdotto per le Università Fondazioni enti di diritto privato e, con i primi tagli e con altre misure, si stanno apprestando a privatizzare anche le altre scuole.
Io continuo, caparbiamente, a pensare che la vita è la terra e chi la vive. Non altri fuori da loro.
Per questo ti invio due mei lavori fatti nell'aprile 2004. E presentati a un convegno.
Nessun partito li ha sviluppati.
In compenso ora abbiamo creato addirittura 2 nuove province lilliput. E' di questi giorni una campagna che, in quanto spietata, in quanto mossa prevalentemente da imprenditori, mi crea molti sospetti, proprio sulla inutilità delle Province. Sono anni che, pensando globale e agendo locale, scrivo sull'accorpamento non solo dei piccoli Comuni, ma anche di Province e perfino di Regioni. Non mi va quanto invece mira a nuove Signorie.
Come dire che dietro gli interventi che hai sentito al convegno di Fermo sull'urbanistica, si sta lontani, non so quanto, da tutto. E piccoli neo signori che cercano disperatamente di ricaparsi un territorio da governare.
Ho letto che l'OCSE ha elogiato la Provincia di Ascoli Piceno per le sue politiche di ascolto dei Comuni in relazione al proprio bilancio.
Ho fatto recentemente un lavoro sull'OCSE.
Riguardava l'analisi dei costi per i cittadini e le imprese delle leggi. In particolare in quei paesi dove le regolamentazioni, le norme, vengono ripartite dal centro ai comuni.
Ho letto che su queste analisi l'OCSE, molto avanzata nello studio dell'impatto delle leggi nazionali sui costi per i cittadini e le imprese, rispetto agli altri livelli di regolamentazione, nel nostro caso le Regioni le Province e i Comuni, sta molto indietro.
Come dire che l'elogio che oggi fanno degli ascolti dei Comuni da parte della Provincia di Ascoli Piceno è molto poco attento, ma, per quanto detto, non poteva fare diversamente, dei rischi gravissimi che non solo i Comuni, ma le stesse Province, e le stesse Regioni, Italiani, stanno correndo propria a causa di una inadeguata analisi dei costi indotti per cittadini e imprese a causa della inadeguatezza dell'istituzione pubblica loro più vicina, i Comuni. Di una inadeguata analisi delle profonde trasformazioni, o involuzioni, del welfare locale in corso in Italia.
Finisco qui salutando.
6 dicembre 2008 Luigi Meconi