Il Cameroun di Alice
Una meritata vacanza … sulle spiagge dell’oceano / 10
14/04/2008 - Partenza da Mouda giovedì mattina ore 5,30. Non mi sono svegliata, tutti aspettavano me. Gabriel è venuto a bussare, mi sono alzata senza neanche lavarmi il viso, ho chiuso il sacco e sono corsa al pick up, sono saltata sul cassone e siamo partiti. La “banda” è composta da Marco, Paola, Umberto e famiglia e Gigi, un altro ragazzo che sta facendo il servizio civile a Maroua con ACRA. Solito interminabile viaggio di 24 ore, arrivati a Yaounde prendiamo il car (piccolo pulmino pubblico) per arrivare a Kribì. Altre 3 ore di strada, serrati come sardine: il mezzo può trasportare 15/20 persone ma ne carica più del doppio con bagagli annessi. Sono stanchissima, 2 giorni di viaggio: questo però non mi impedisce di apprezzare quello che si apre di fronte ai miei occhi.
Una casa spartana su un piccolo promontorio, un grande albero sulla punta dello stesso scoglio con le foglie continuamente bagnate dagli schizzi dell’acqua salata e un’amaca. Le onde dell’oceano si infrangono sulla roccia, il rumore assordante e continuo mi ricorda il mio Adriatico in tempesta. Questo posto nel nulla, a strapiombo sull’Atlantico, con la spiaggetta subito sotto, è dove dormiremo per qualche giorno. Siamo euforici, sono le 16 circa, costume e tuffo nel nostro tanto sospirato mare. Sentivo a Mouda la mancanza di questi odori e rumori che solo il mare ha ma ora che sono qui mi rendo conto di quanto mi manchi. I nostri primi giorni scorrono tra bagni, passeggiate sulla spiaggia e grandi mangiate di pesce e frutta. Il paesaggio è selvaggio: spiaggia che separa l’oceano dalla foresta, mangrovie che arrivano fino al bagnasciuga e con l’alta marea impediscono il passaggio, palme da cocco altissime, mille sfumature di verde, foglie secche, un aggrovigliarsi di alberi e rami, una natura forte padrona di questa Terra.
Passeggiando conosciamo un pescatore a cui chiediamo se può accompagnarci in piroga in un minuscolo villaggio di pescatori chiamato Londji, a circa 10 Km da noi. Solita lunga contrattazione sul prezzo e poi finalmente ci accordiamo per mercoledì, giorno in cui rientrano i marinai e quindi potremo comprare lì il pesce e farcelo cucinare. L’appuntamento è alle 8: piove ma il mare è calmo, non ci scoraggiamo e partiamo ugualmente. Immaginate un robusto tronco di legno scavato a forma di canoa, un uomo con la barba come ogni lupo di mare che si rispetti, il viso rugoso, una sigaretta sempre in bocca che si consuma lentamente senza mai passare tra le dita, un remo e tre “nazara” (Marco, Paola e io) seduti nel fondo della piroga con il sedere a mollo. Si, perché la canoa è piena di toppe in lamiera che però non impediscono all’acqua di entrare: non è grave, lui è attrezzato, ha una ciotola di plastica per toglierla. Gli altri ci raggiungeranno in taxi. Il nostro viaggio dura 2 ore e mezzo, si va lentamente ed ogni tanto dobbiamo fermarci per liberarci dell’acqua che copre i piedi. Mare e cielo sono dello stesso grigio cupo, a volte arriva qualche onda più grande che destabilizza il precario equilibrio della piccola imbarcazione. Incontriamo degli scogli dove le onde prendono più velocità: il nostro capitano continua con viso sicuro e rilassato a remare. Sorride e ci tranquillizza, dicendo che c’è un passaggio sicuro, conosce bene il suo mare: Infatti attraversiamo la schiuma bianca rimanendo in perfetto equilibrio.
Dietro una lingua di foresta che cade in mare scopriamo tante piroghe ancorate più o meno vicine alla riva: un improvvisato, ma in realtà organizzato mercato del pesce è sulla spiaggia. Il piccolo villaggio è nascosto tra il verde della fitta vegetazione. Contrattiamo per acquistare il pesce: ci sono barracuda di 8 kg e “capiten” da 10, poi sogliole, razze ed altri pesci più piccoli, tutti buttati su un grande telo azzurro. Pescatori che fanno i prezzi e donne che gridano al ribasso come in un’asta. Una signora dall’aspetto tondo e soffice, quello di chi mangia e probabilmente cucina anche bene, ci accalappia, si offre di acquistare il pesce per noi ad un buon prezzo e di cucinarlo. Accettiamo, tanto in questa confusione e con i nostri visi pallidi non riusciremo mai a fare una buona trattativa. Acquista per noi 2 kg di pesce a 2.000 F., circa tre euro. (da provincia.ap.it) segue…
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