L'Etiopia di Francesca
A metà di questo anno di esperienza africana, un breve rientro a casa: occasione per riflettere sulle mille differenze ma anche sulle... analogie / 24
11/04/2008 - Sono tornata da pochissimi giorni in Italia: è stato bello riabbracciare la mia famiglia e incontrare le persone care. Ci ho messo qualche ora a capire che ero tornata davvero, perché viaggiare in aereo accorcia le distanze e la mente fatica a stare dietro, ma ho notato che mi sto soffermando su alcuni aspetti cui prima della partenza non badavo molto: giro la manopola del rubinetto e l’acqua scorre copiosa, piove e da dentro casa non ne sento il rumore (la mattina a Moyale, quando piove, lo scroscio sul tetto di lamiera è talmente rumoroso che mi sveglia…). Poi accendo la tv e vedo pubblicità che mi fanno comprendere che anche qui la posizione della donna non è poi così paritaria. Penso agli spot di certi profumi e cosmetici che trasmettono messaggi secondo cui le donne devono apparire belle solo per compiacere gusti maschili.
La gente mi fa tante domande: mi chiede quanto è faticoso vivere a Moyale e quante cose mi sono mancate. Spiego che all’inizio è stata dura abituarsi a tanti comportamenti inusuali dal nostro punto di vista, che la comprensione non è stata facile, che all’inizio mi sono dovuta abituare alla mancanza d’acqua.
Penso a Moyale come un luogo distante ma nel quale presto tornerò e allora mi vengono in mente i volti dei miei colleghi etiopi, le lunghe chiacchierate con loro, le loro incredibili storie di vita. Penso alle persone incontrate nei villaggi con cui si è discusso dei problemi e condiviso soluzioni per risolverli. Penso ai bambini che mi inseguono per le strade di Moyale, a volte un po’ troppo invadenti, che non chiedono nulla ma mi chiamano di continuo solo perché mi vedono diversa e suscito quindi in loro curiosità.
Tornerò in Etiopia a fine aprile, quando riprenderò le mie corrispondenze. A presto! (da provincia.ap.it)
Francesca Bernabini
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