L’Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno
l’Università di Camerino
la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno
invitano
giovedì 24 maggio alle ore 16,30
Palazzo della Provincia, Sala Consiliare
alla presentazione di
AA/PP Quaderni di Architetture Ambienti Paesaggi Piceni
n.1 SCOPRIRE LA CARBON
Presiedono:Olimpia Gobbi, Assessore provinciale alla cultura e beni culturaliEmidio Mandozzi, Assessore provinciale alla formazione professionale e alle politiche attive del lavoro
Coordina:
Anna Laura Petrucci, Architetto e operatore culturale, caporedattore AA/PP
Interventi di:
Umberto Cao, Preside della Facoltà di Architettura e Pro Rettore del Polo Piceno
Cesare Corona, Direttore Stabilimento SGL Carbon Ascoli Piceno
Elena Ippoliti, Curatrice scientifica del numero SCOPRIRE LA CARBON
Luigi Coccia, Arte terapeuta
presentazione del video: VISIONI PARZIALI-PAESAGGIO CARBON
Interventi degli operai e delle rappresentanze sindacali e ambientaliste
Conclusioni di:
Piero Celani, Sindaco di Ascoli Piceno
Massimo Rossi, Presidente della Provincia di Ascoli Piceno
AA/PP Quaderni di Architetture Ambienti Paesaggi Piceni
n.1 SCOPRIRE LA CARBON
Il primo numero di AA/PP (Architetture Ambienti Paesaggi Piceni), serie editoriale nata in collaborazione tra Provincia e Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno con l’obiettivo di ottimizzare e divulgare le esperienze di ricerca conoscenza del territorio piceno, affronta un tema emblematico, quello dell’area SGL Carbon, sconosciuta fino alla recente mostra evento che l’ha vista protagonista di Saggi Paesaggi.
Un’area che affonda la propria importanza nella storia sociale ed economica del territorio e che potrà rivestire un’importanza cruciale per il futuro sviluppo urbano, sociale, economico e culturale della città.
La storia dello stabilimento SGL Carbon ad Ascoli non è diversa dalle tante che nel XX secolo hanno segnato l’avvio della industrializzazione italiana: tra fiume e ferrovia secondo le convenienze insediative del tempo, la produzione di elettrodi di carbone con i suoi inevitabili danni ambientali – allora ininfluenti rispetto alle necessità dello sviluppo industriale – divenne la prima fonte di lavoro per una città ed un territorio che iniziavano un lungo percorso di riconversione dall’occupazione contadina a quella operaia.
Così per gli ascolani l’area “Carbon” da una parte appartiene da sempre alla città, dall’altra ne è un corpo estraneo, recintato, protetto, quasi invisibile. Di conosciuto c’è la serie di ciminiere il fronte degli ingressi e dei servizi alle spalle della stazione, i campi sportivi lungo la strada che porta allo stadio. Ma dalle sponde opposte del fiume c’è anche la visione a distanza – dura e ostile – e lo spettro dell’inquinamento ambientale.
L’area Carbon è per la città e per il suo territorio un’area strategica, testata ovest del sistema vallivo del Tronto, porta diretta al centro storico. Qualunque possa essere il suo futuro per l’area Carbon questo significa recuperare, almeno in parte, la destinazione a parco verde, acquisire un ruolo di spazio pubblico con attrezzature di interesse collettivo, proporsi in stretta relazione con un nuovo progetto della stazione e delle aree di pertinenza, che dovranno essere ripensate anche come scambiatori dei flussi che dal territorio si distribuiscono nella città.
Ma il primo numero di AA/PP, prima ancora di parlare del futuro dell’area della SGL Carbon, vuole aprire i cancelli dello stabilimento e accompagnare il visitatore alla scoperta di un mondo industriale che non esiste più, di una fabbrica che ha terminato il suo ciclo, di un area che dovrà tornare alla città. Con la guida di Elena Ippoliti un gruppo di giovani ricercatrici della Facoltà di Architettura, Maria Teresa Cusanno, Francesca Dezi, Angela Magionami, Anna Laura Petrucci, Maria Chiara Rocci, hanno lavorato per sei mesi raccogliendo dati, materiali storici ed illustrativi, censendo gli edifici, fotografando, ridisegnando planimetrie, piante sezioni e prospetti, insomma costruendo un quadro ampio ed esauriente della consistenza dello stabilimento per consegnarlo alla comunità civile e scientifica.
Così oggi sarà possibile per tutti “scoprire la Carbon”.