di Sara Di Giuseppe
Leggo l´articolo della Corimbi su "Sambenedetto Oggi" del 21.03.08 ("E´ l´agnello il piatto simbolo della Pasqua"). Rabbrividisco. Non occorre essere fanatici animalisti. Basta avere un Q.I. non sotto la media per riconoscere che la "tradizione" di ingozzarsi di agnello a Pasqua ha poco a che fare con liturgia religione e cristincroce, e molto invece con la saccoccia dei commercianti, le regole bieche del mercato e la "panza" di chi se ne abbuffa al grido di dio-lo-vuole.
"Tradizione e simbolo del sacrificio di Gesù", pontifica la Nostra. Perché allora non crocifiggere a ogni Pasqua un umano per conservare la "tradizione"? Che c´entrano le povere bestiole in carne ed ossa con l´agnello simboleggiante il sacrificio del Cristo, "suggestiva prefigurazione del Redentore perché immagine viva di mitezza e innocenza" (Giglioli,1998)?
La pretesa legittimazione del nostro magna-magna a base di agnello niente meno che dall´Antico Testamento denuncia ignoranza e superficialità: nessuno, leggendo quei fascinosi testi, troverà traccia di un Gesù che sgozza agnelli indifesi e se ne ciba. Solo in Esodo (12,1 - 14,46) Mosè impone al suo popolo in Egitto il sacrificio dell´agnello per scongiurare la 10° piaga (lo sterminio dei primogeniti) e lo fa imponendo regole particolarissime di cui ovviamente oggi non c´è traccia.
[Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre [6]e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. [7]Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. [8]In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. [9]Non lo mangerete crudo, né bollito nell'acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. [10]Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco. [11]Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti,i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. E´ la pasqua del Signore! ]
Se l´agnello sacrificale è puramente e semplicemente simbolo del Cristo immolato innocente sulla croce, che c´entrano religione tradizione e scritti sacri con la crapula di iperpasciuti umani rigurgitanti il tanto e il troppo? Mancano forse alternative alimentari nella società dei magnaccioni? Se la mattanza pasquale delle miti creature imposta dall´avidità del mercato e dei mercanti al tempio servisse almeno a salvare i milioni di morenti per fame! Figuriamoci. Grazie Signore per questo cibo e se altri crepano io buon cristiano sovrappeso che c´azzecco? Prosit.
La Corimbi [nostra signora degli agnelli ] ha mai visto un agnello - vivo - da vicino? L´ha sentito belare? L´ha visto morire lentamente?... Chissà come si rallegra la bestiola - mentre il sangue le sgocciola via con la vita poco a poco - del fatto che la sua carne "è facilmente digeribile ed è solitamente ben tollerata da chi soffre di allergie alimentari." Non sta nella pelle dalla soddisfazione.
Furbo megaspot, quello di Corimbi, a beneficio di macellai e commercianti e coldiretti eccetera. Col trucco della tradizione, della religione, della informazione alimentar-dietetica, delle "ricette più gustose" ["preparazioni più comuni per cosciotto, sella e spalla ecc..; le cotolette possono essere anche fritte, mentre le costolette ecc..."], della garanzia dell´acquisto doc ["meglio acquistare agnelli garantiti dal marchio di origine nazionale come le IGP "Agnello di Sardegna" e "Abbacchio romano" - lo vanno dicendo anche in tv - ] si pubblicizza ipocritamente l´inutile macello pasquale. Anche questo è marketing, nel nostro cupo medioevo mai finito. E sempre più c´è chi "comanda" articoli e chi esegue.
Alleluia brava gente e buon appetito. Anzi pessimo.
22.03.2008 SDG