Successo di Vinitaly su Rai 1
Verona, 2006-04-10 - C'erano quasi 7 milioni di telespettatori davanti al televisore domenica 9 aprile per seguire la puntata di Terra e Sapori, la rubrica enogastronomica del TG1 coordinata da Anna Scafuri, interamente dedicata alla 40^ edizione di Vinitaly. Dalla Fiera di Verona presa d'assalto da produttori, compratori e addetti ai lavori un ampio servizio ha ricostruito il momento economico che il settore sta attraversando, ha dato la parola a molti produttori ed enologi per sentire dalla loro viva voce le considerazioni sulle ultime tendenze del mondo del vino, su quello che chiedono consumatori sempre più attenti, informati ed esigenti. Infine un'occhiata alla ristorazione e al modo più corretto di accompagnare i piatti con un buon calice.
-Ricerca di mercato promossa da Veronafiere e Confcommercio Provengono dal Sud Italia i vini emergenti nella ristorazione italiana (ricerca di mercato) I vini emergenti nei ristoranti italiani di fascia medio-alta sono sempre più quelli provenienti dal Sud Italia, e dalla Sicilia in particolare. I ristoratori acquistano il vino direttamente dai produttori (80,5%) e cercano le nuove cantine nelle fiere di settore (87,2% di essi partecipano a Vinitaly) o con una ricerca sul territorio. Si affermano nuovi servizi alla clientela dei ristoranti, come il “diritto di tappo” o il “doggy bag”. Questo ed altro emerge dalla ricerca “Il vino nei ristoranti di qualità” realizzata da Veronafiere e Confcommercio e presentata oggi a Vinitaly in una conferenza stampa cui sono intervenuti Davide Paolini, il noto “gastronauta”; Giovanni Bort, Amministratore di Confcommercio e Presidente Confcommercio Trento; Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere e Maurizio Ceci di Buonitalia Spa. “Questa è la prima ricerca che analizza in dettaglio il settore della ristorazione medio-alta” ha dichiarato Giovanni Bort. “Si tratta di un primo passo e sono certo che in futuro sarà possibile ampliare questa collaborazione tra Confcommercio e Veronafiere, eventualmente dando vita ad un osservatorio permanente sulla ristorazione”. La valorizzazione del vino italiano passa anche attraverso i ristoranti italiani all’estero: “Entro due anni avremo mille ristoranti italiani all’estero che potranno fregiarsi del logo ‘ristorante italiano certificato’”, ha commentato Maurizio Ceci di Buonitalia SpA. “Naturalmente questi ristoranti dovranno offrire nella carta dei vini almeno il 60% di vini provenienti dall’Italia”. Nel corso del dibattito è intervenuto Umberto Vattani, presidente dell’ICE, che ha riferito di come l’Istituto puntualmente organizzi la presenza di ristoranti italiani nel corso di manifestazioni culturali promosse all’estero. Inoltre, l’ICE da anni promuove eventi in cui i più importanti chef della Francia, degli USA e del Giappone propongono piatti abbinati a vini italiani di qualità. Ha preso la parola anche Angelo Gaja, titolare dell’omonima cantina, che ha sottolineato la validità del servizio del diritto di tappo, di cui si riferisce ampiamente nella ricerca, e ha auspicato che vengano segnalati su Internet e sulla stampa (come avviene già negli Stati Uniti) quei ristoranti che propongono i servizi innovativi, quali il diritto di tappo, ed applicano i ricarichi minori. Si tratta della prima ricerca sulla ristorazione come singolo canale distributivo del vino, un canale rilevante anche per essere il luogo in cui molti consumatori scoprono ed imparano ad apprezzare i vini di qualità. La ricerca è stata condotta da Unicab con metodo CATI su un campione di 1.000 ristoranti di fascia medio-alta, segnalati dalle più importanti Guide eno-gastronomiche. Alla domanda “quali sono i vini emergenti che caratterizzeranno il settore nel prossimo periodo”, il 55,7% degli intervistati ha risposto i vini del Sud Italia, e tra questi il 40,1% ha indicato i vini siciliani. Seguono il 15,1% che ha indicato i vini del Centro Italia, il 12,9% i vini esteri, l’11,7% i vini autoctoni, il 7,4% i vini italiani del Nord Ovest ed il 4,6 i vini italiani del Nord Est. Già oggi quasi il 90% dei ristoratori punta alla valorizzazione dei vini della propria regione (percentuale ancora più alta per i ristoratori del Sud Italia), dando ad essi uno spazio specifico nella carta dei vini (37,2%) proponendoli nei consigli al tavolo (26,6%), o dando loro maggior peso nella carta dei vini (25,8%). I ristoratori sono impegnati, dunque, nella promozione dei vini locali italiani e vanno alla ricerca di contatti con le cantine recandosi alle Fiere di settore (l’87,2% degli intervistati ha visitato Vinitaly), oppure tramite una ricerca personale sul territorio o consultando riviste e Guide specializzate. Gli acquisti di vino vengono effettuati direttamente presso le case produttrici (80,5%), tramite i distributori Horeca (32,5%) o tramite i rappresentanti (20,5%). Naturalmente nei ristoranti italiani non si beve solo vino italiano, ed ecco che le percentuali di vini stranieri presenti in carta offre uno spaccato anche sulla domanda dei consumatori: i vini francesi sono decisamente i più presenti (85,4% dei ristoranti), seguono nell’ordine i californiani (54,5%), gli spagnoli (50,0%), gli australiani (46,1%) e i cileni (46,1%). La ricerca di Veronafiere e Confcommercio segnala anche nuovi servizi e varie forme di promozione del vino che i ristoranti propongono alla clientela: · il “diritto di tappo”, cioè di poter portare da casa una bottiglia di pregio pagando una modesta somma, è garantito dal 60,5% dei ristoranti intervistati; · il vino al bicchiere è ormai pratica assai diffusa, tanto che il 78,4% dei ristoranti lo propone; · il “doggy bag”, cioè la possibilità di portar via dal ristorante la bottiglia non terminata, è anch’esso concesso dalla maggioranza dei ristoranti di fascia medio-alta: l’88,9%. La promozione dei vini di qualità, offerta dal 61,5% dei ristoratori, è effettuata tramite degustazioni (90,2%), serate a tema (88,5%), corsi eno-gastronomici (29,3%). Inoltre, la maggior parte dei ristoranti garantisce il servizio del sommelier al tavolo (55,4%). A testimonianza dell’importanza della componente vino nella ristorazione medio-alta, la percentuale del conto determinato dal vino è notevole: incide fino al 30% per il 33,8% dei ristoranti e fino al 20% per il 31,8% dei ristoranti. La ricerca, infine, risponde anche all’interrogativo di quante etichette di vini siano mediamente presenti nelle cantine dei ristoranti di fascia medio-alta: · vini rossi: oltre 100 etichette nel 56% dei ristoranti e tra 50 e 100 etichette nel 19,3%; · vini bianchi: oltre 100 etichette nel 36% dei ristoranti e tra 25 e 50 etichette nel 22,4%; · spumanti (italiani per il 64,4%): tra 1 e 10 etichette nel 35,9% e tra 10 e 25 etichette nel 27,8%; · vini rosati: tra 1 e 10 etichette nel 70,1%; · vini dolci: tra 1 e 10 etichette nel 35,6% e tra 10 e 25 etichette nel 24,3%. ( da vinitaly.com)
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