Dichiarazione di Pio Rapagnà* amico fraterno dell'Avv. Libero Masi
17/11/2007 - "Sono trascorsi due anni e cinque mesi da quel maledetto 2 giugno 2005 e gli organi investigativi ed inquirenti non sono stati capaci, in questo lunghissimo arco di tempo, di dare giustizia e pace ai coniugi Libero Masi ed Emanuela Chelli, mentre gli efferati assassini sono ancora il libertà.
Intendo denunciare, ancora una volta e con più forte indignazione, alla opinione pubblica, alle Istituzioni ed agli Organi Costituzionali della Repubblica Italiana che è ormai un dato di fatto incontrovertibile che non siano state assunte, da parte di chiunque ne avesse avuto specifico dovere istituzionale e civico, tutte quelle iniziative tese a pervenire alla cattura degli assassini, che invece risultano essere scomparsi nel nulla, insieme alla memoria della strage tremenda perpetrata a Nereto.
MA NON E' UNA VERGOGNA CHE IN ITALIA SI PARLI OGNI GIORNO DI TUTTI I DELITTI COMMESSI NELLE VARIE REGIONI TRANNE CHE DI QUELLO, ANCORA PIU' EFFERATO E VIOLENTO, PERPETRATO A NERETO, NELLA RIDENTE, RICCA E GAUDENTE VAL VIBRATA, IN PROVINCIA DI TERAMO ED IN ABRUZZO “ISOLA FELICE”?
DI TANTI DELITTI SE NE DISCUTE, NON SI DIMENTICANO, SI APPROFONDISCONO ASPETTI GIURIDICI, INVESTIGATIVI, PSCICOLOGICI E SOCIALI, SI RIAPRONO INDAGINI E RIVISITAZIONI ALLA LUCE DEI NUOVI STRUMENTI SCIENTIFICI A DISPOSIZIONE DEI RIS E DEGLI INVESTIGATORI (che nel giugno 2005 non esistevano ancora!), SI AIUTANO GLI INQUIRENTI AD IMBOCCARE LA STRADA PIU' GIUSTA, A RETTIFICARE, ANCHE A RIVEDERE, SCELTE E DECISIONI RIVELATESI SBAGLIATE ED INEFFICACI: solo per i coniugi Masi tutto ciò non vale?
MI CHIEDO ANCORA PERCHE' gli investigatori del Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri e gli inquirenti della Procura della Repubblica di Teramo, piuttosto che accogliere l'aiuto investigativo degli organi di informazione nazionali e locali (come vediamo anche in questi giorni, si verifichi da tutte le parti per casi analoghi), pensarono di procedere di ufficio anche alla “secretazione totale” degli atti ed alla richiesta del “silenzio stampa”. MA NON RIESCO ANCORA A FARMENE UNA RAGIONE.
Poi, ambedue i soggetti più importanti per l'inchiesta, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Igino Izzo ed il Procuratore della Repubblica Cristoforo Barrasso, lasciarono il loro incarico, il primo trasferito in altra sede di servizio ed il secondo dimessosi per pre-pensionamento. Nel mentre si continua a brancolare nel buio
Agli organi investigativi ed inquirenti ed alle altre autorità competenti chiedo una risposta pubblica ai molti interrogativi inevasi in questi due anni e cinque mesi trascorsi”.
* On. Pio Rapagnà - ex Parlamentare
Via Lombardia, 10 - Roseto degli Abruzzi (TE)
Roseto degli Abruzzi, 17 novembre 2007