Come hai fatto, Paci?
Intervista a Federico Paci, noto clarinettista nonchè direttore artistico del FestivaLiszt, uno dei festival musicali più cult delle ultime estati, ci spiega perchè al Paese alto di Grottammare c’è sempre un mare di folla.
di Tiziana Capocasa
GROTTAMMARE, 28/08/2008 - Può succedere che Michele Campanella e Luiz Castro De Moura suonino a Washington per la Liszt Society, a maggio, e si ritrovino sotto ferragosto a Grottammare. Che Peter Balatoni rilasci un’intervista alla tivvù ungherese parlando del piccolo porto dell’ Adriatico dove Liszt soggiornò nell’estate di 140 anni fa e che Pierre Reach conceda 4 bis, dopo aver suonato la Sonata in si minore. Oppure che al tramonto si ascoltino le Leggende di San Francesco, sotto le Logge di Piazza Peretti, con spiegazioni del critico Alberto Barbadoro. Istantanee dal VI Festivaliszt , rassegna di musica romantica che dal 2003 accende i riflettori sulla Perla dell’Adriatico. Direttore artistico di uno dei festival musicali più cult della Riviera è Federico Paci, noto clarinettista.
Qual è il bilancio della VI edizione?
Molto positivo, ad ogni appuntamento un pubblico numerosissimo da tutta la regione e dal vicino Abruzzo. Spettatori attratti dalla validità delle proposte e da musicisti di fama internazionale. Più di 1500 biglietti staccati, una bella soddisfazione per un Festival il cui budget non supera i 25 mila euro.
Le ragioni di questo successo crescente?
La ricerca attorno a questo grande compositore ungherese perchè non ci limitiamo a far conoscere e divulgare il suo ampio repertorio pianistico, cerchiamo di metterlo a confronto con altri artisti della sua epoca. Poi ci sono gli approfondimenti della sua complessa personalità tramite convegni e conversazioni con esperti che vanno a scovare nella vita del grande compositore ungherese
Chi vi sostiene?
Innanzitutto l’amministrazione comunale che crede molto in questo festival, ciò consente di programmare ogni edizione con largo anticipo. Poi la Fondazione Cassa di Risparmio che ha inserito la manifestazione tra i suoi progetti triennali. Infine la Provincia.
Con quali obiettivi è nato il FestivaLiszt?
Legare la musica dell’Ungherese a questo territorio dove ha soggiornato nell’estate del 1868. Dopo aver scoperto le sue 23 lettere scritte da Grottammare ed il suo amore per questa località abbiamo voluto dedicare un festival alla musica romantica, di cui Liszt è stato il massimo esponente.
Una manifestazione culturale che ha anche un valore turistico?
Abbiamo riservato molta attenzione all’accoglienza. Chi viene al paese Alto per assistere ad un concerto deve trovarsi bene, essere invogliato a visitare il borgo di Sisto V, fermarsi a cena, degustare i prodotti tipici. Per questo è nata la collaborazione con i ristoranti, vinerie del borgo antico che nei giorni del festival propongono menu romantici, a lume di candela, a prezzi speciali. Gratuite le nostre degustazioni enogastronomiche, al tramonto, sotto le Logge di Piazza Peretti, sempre molto apprezzate. Colgo l’occasione per ringraziare le cantine Carminucci, Le Caniette, Pantaleone.
La gente deve venire, ammirare le bellezze del posto e avere voglia di tornare. Non dimentichiamolo mai, un festival è un incontro fra due, i musicisti ed il pubblico. Molti turisti, attratti dal FestivaLiszt, porgrammano le loro vacanze a Grottammare nel periodo della nostra amnifestazione, qualcuno poi ha comprato anche perché innamorato del posto. Sì, insomma il FestivaLiszt viene percepito anche come una vacanza musical balneare. Di questo se ne sono accorti gli enti che si sostengono.
Qualche anticipazione sulla prossima edizione?
Ci sto lavorando, è quasi tutto definito. Posso solo preannunciare grosse novità. Dal prossimo anno avremo anche il patrocinio dell’ American Liszt Society, la maggiore istituzione lisztiana al mondo.