“Umanità, passione, artificio”: intervista a Patrizio Marcelli
di Pierluigi Lucadei
SAN BENEDETTO DEL TR. – Nato nel 1951 a San Benedetto, da più di un trentennio esercita la professione di pediatra e da ancora più tempo si dedica alla sua passione per l’arte. Le sue ceramiche sono ora esposte, fino al 7 gennaio 2009, presso la Palazzina Azzurra, in una mostra dal titolo “Umanità, passione, artificio”, esplicitamente dedicata ai suoi pazienti che gli danno l’“opportunità e il piacere di assistere alla bellezza della loro crescita”. Abbiamo rivolto a Patrizio Marcelli alcune domande sulla mostra in corso e sul suo personale approccio all’arte.
Che riscontri sta avendo la mostra in Palazzina Azzurra? Ottimi. Il pubblico ha risposto con una affluenza fuori dal comune e per me inaspettata. E’ stata un’occasione per incontrare i miei piccoli pazienti ormai cresciuti e i vecchi amici che mi avevano già conosciuto come pittore. Per quanto riguarda la critica, questa si era già espressa a favore.
Come hai selezionato le opere da esporre? E’ stata una selezione delle opere dei miei 21 anni di ceramica che sono state scelte tra quelle più rappresentative dei cicli tematici che ho svolto.
Una parte delle opere esposte ha un soggetto religioso. Sei cattolico e che ruolo riveste la fede nelle tue opere? Sono profondamente cattolico. Dipingo il cosiddetto “sacro domestico”, cioè opere devozionali per le nostre case, invitando, così, tutti alla quotidianità degli insegnamenti di Cristo.
La serie di ceramiche con le vele e i gabbiani come soggetti è solo frutto del rapporto con la tua città o c’è dell’altro? Il gabbiano rappresenta il mare e simbolicamente la libertà. La vela è l’uomo. Il gabbiano, nelle mie ceramiche, diventa vela e tutte e due solcano un mare senza orizzonte. Per assurdo, San Benedetto potrebbe chiamarsi non più “del Tronto” (inteso come l’antica, mitica Truentum), ma “dal mare”. La nostra città è da sempre legata al mare per tradizioni popolari (festa della Madonna della Marina, le fochere in spiaggia ecc…), per economia (marittima e turistica) e per cultura (i poeti dialettali e i pittori sono “di mare”. Tutti i nostri musei e le pubblicazioni degli ultimi decenni riguardano il mare). La leggenda poi vuole che il corpo di San Benedetto sia venuto dal mare. Con questo, però, non vorrei tracciare un confine che è chiaramente semplicistico: San Benedetto e i sambenedettesi rappresentano nel mondo non solo il mare ma tanto altro ancora.
Davanti alle tue ceramiche si prova una sensazione di pace e armonia. E’ lo stesso effetto che provi tu di fronte ad esse? Con le mie ceramiche cerco di coinvolgere non solo la vista ma anche il tatto. La loro lettura necessita di “vedere oltre” e non solo nei simboli.
Ci puoi dire qualcosa della tecnica raku? Ho iniziato a fare raku nel 1993. Il raku è una tecnica ceramica di origine orientale del XVI secolo, rinnovata da ceramisti anglosassoni negli anni ’60. In Italia è oggi molto in voga perché il ceramista è più partecipe a tutti i processi di costruzione, colorazione e cottura del manufatto ceramico. Il fare ceramica diventa così più appagante oltre che spettacolare. La ceramica del bacino del Mediterraneo è essenzialmente maiolica mentre nel resto del mondo è prevalentemente ceramica ad alta temperatura. Il raku, secondo me, è uno dei momenti di passaggio tra questi due modi di fare ceramica.
Come ti ritagli il tempo per dipingere? Sono felicemente nottambulo, soprattutto per “ansia da prestazione”.
Da giovane hai scelto di ‘trascurare’ l’arte per la medicina. Ti sei mai pentito di quella scelta? Mai. Spero di essere diventato un buon medico.
Ora hai la tentazione di ‘trascurare’ la medicina per l’arte? In questo momento, guardando dentro di te, vedi un medico o un artista? Sono e rimarrò sempre un pediatra. La bellezza della crescita dei miei pazienti non è minimamente paragonabile a nessuna opera d’arte in quanto a questa è sicuramente superiore.
Umanità, Passione, Artificio è...? E’ solo un titolo che vuole sintetizzare un percorso.
Quali sono i prossimi progetti artistici? Ho progetti almeno per altri 10 anni. Il mio sguardo è rivolto alle alte temperature. Già ho approntato un forno per queste e ne sto progettando un secondo di più grandi dimensioni.
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