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L'arte a portata di casa

Sono tre ragazze sambenedettesi: Valeria, Angelica e Valentina. La scorsa estate, con la mostra fotografica “Sogni d’oro”, hanno portato nella loro città il progetto Private Flat, ossia la trasformazione di un appartamento privato in uno spazio per l’arte. Visto il successo dell’iniziativa, la mostra è stata poi replicata al Geko, frequentato locale del lungomare.

Com’è nato il vostro progetto?
Tutto è nato da una chiacchierata tra amiche, dalla volontà di intersecare due esigenze: creare una serie di foto tematiche e organizzare una grande festa estiva nell'appartamento di Valentina.

Qual è il vostro background?
Siamo tutte appassionate di fotografia, ma la nostra formazione è decisamente eterogenea: Angelica è dottoressa in biotecnologie farmaceutiche, Valeria è laureata in Scienze della comunicazione e si sta specializzando in semiotica, Valentina è account pubblicitario in un'agenzia di comunicazione per prodotti farmaceutici. Pur occupandoci di altro, coltiviamo da sempre un interesse per le foto, abbiamo seguito corsi e seminari e visitiamo più mostre possibili.

In che misura il progetto Private Flat nasce dalla difficoltà dei giovani artisti di trovare spazi adeguati alle loro opere?
Il nostro caso è marginale: non siamo artiste, non viviamo da vicino le situazioni organizzative del sistema artistico, ma conosciamo e percepiamo la carenza di spazi. Ad ogni modo, l'idea stessa di queste foto è nata con la proposta del luogo. Nello scatto c'era già la consapevolezza dell'allestimento casalingo. È un progetto sviluppato intrinsecamente intorno all'immagine dell'appartamento.

Allontanare l’opera dalla sua abituale collocazione – la galleria – e portarla in un contesto intimo quali vantaggi e svantaggi presenta?
Il primo vantaggio è sicuramente lo snellimento dell'organizzazione: si percorre un canale diretto tra artista e pubblico, evitando la fase del giudizio, la scelta curatoriale e la staticità della galleria. Si ottiene senz'altro un contatto immediato, in un'atmosfera confidenziale. Parallelamente, lo svantaggio, strettamente collegato, è la chiusura dell'evento a un circolo di amici e conoscenti, la poca fruibilità per un pubblico potenziale/casuale. Auto-escludendosi da un sistema collaudato si aggira sì la macchinosità burocratica, ma si rischia di sconfinare nell'autoreferenzialità, nell'assenza di un vero confronto. Auto-promuovendosi c'è sempre il pericolo della mancanza di prospettiva: allestire cioè un evento privo di qualsiasi valore o interesse. La nostra è stata una prima piccola prova, poco pubblicizzata e totalmente estranea a circuiti affermati, ci ha permesso di recepire in via diretta le impressioni e le critiche.

In America andare direttamente a casa dell’artista a vederne le opere è un modo di fruire l’arte piuttosto diffuso. Credete che il pubblico italiano dell’arte sia preparato a questo genere di cose?
Crediamo sia un'ottima opportunità, una soluzione che può indubbiamente aiutare la diffusione dell'arte, specialmente in contesti locali dove gli spazi 'ufficiali' sono scarsi e per un esordiente è difficile farsi conoscere. È una strada validissima per creare nuovi canali che arricchiscano la curiosità di qualsiasi pubblico.

A Firenze da un po’ è nato anche Salotto Live, un’iniziativa analoga che porta negli appartamenti cantanti di rilievo nazionale che si esibiscono dal vivo per le poche decine di persone che entrano in un salotto di casa. Credete che sia un’esperienza ripetibile in una realtà più piccola come San Benedetto?
Assolutamente sì, fatte le dovute proporzioni. È sicuramente complesso portare artisti noti a San Benedetto, ma si potrebbe rivedere il progetto invitando musicisti in via di affermazione e gruppi locali. Nel nostro piccolo, anche noi abbiamo abbinato alle foto un'esibizione di due ragazzi di SBT, che hanno proposto musica latino-americana, nel senso letterale di canzoni americane tradotte in latino. Come nell'arte visiva, anche per la musica c'è una drammatica carenza di spazi, soprattutto in provincia. Delocalizzare le esibizioni in salotti privati sarebbe un incentivo utilissimo.

Sarebbe interessante creare una rete di persone e luoghi che si muovono nei vari ambiti della creatività e lasciare che arti figurative, letteratura, cinema, musica si fondano nella maniera più naturale possibile, improvvisando a seconda della serata e della location. Cosa ne pensate?
Sarebbe un nostro sogno, stiamo iniziando a percorrere questa strada... Crediamo necessario promuovere la nostra realtà locale: SBT pullula di menti pluritalentuose, da stanare e invogliare all'espressione. Creare uno spazio e una struttura dove far convergere queste energie significherebbe un notevole scatto in avanti per la vita e le aspirazioni culturali sambenedettesi. Ci piacerebbe davvero tanto lavorare in questa direzione.

C’è qualcosa dietro la scelta del tema del sogno?
Come dicevamo, tutto è partito da chiacchiere con amiche piene di idee: da lì visioni inconsce, legate a una nostra antica fascinazione per gli aspetti onirici della vita, per i lati giocosi dell'arte del sogno. Una strada lungamente battuta, ma fonte inesauribile d'ispirazione. Altre casualità hanno avvalorato il tema, per esempio la visione di una bustina di camomilla e ricordi legati a Sogni d'oro, film di Nanni Moretti.

Che riscontri avete avuto?
Abbiamo avuto una risposta totalmente positiva: i nostri amici ci hanno supportato alla grande, ma abbiamo ricevuto un forte apprezzamento anche da addetti ai lavori e interessamento anche dalla stampa. Questo grande appoggio e interesse ci ha permesso di riproporre l'esibizione il 4 settembre al Geko, di nuovo in abbinamento multimediale con un concerto dei Reggaete forte, storico gruppo musicale sambenedettese che si è riunito dopo qualche anno di silenzio, e con uno spettacolo di giocoleria.

Prossimi progetti?
Abbiamo organizzato una festa in campagna che ha richiamato tanto pubblico. Festa a tema, RGB (tricromia red green blue): dress code monocromatico rosso verde o blu, cibo, luci e decorazioni tutte rigorosamente nei tre colori, banchetto informativo sui chakra – sul legame tra cibo, colori, flussi energetici e benessere – e tanta musica dal vivo. Un evento polisensoriale, molto apprezzato. Tra i vari lavori in cantiere, segnaliamo per ora Finger(e), nuova mostra fotografica di Angelica presso Tuttocolori, a SBT, dall'8 al 21 novembre. Vi invitiamo tutti all'inaugurazione, sabato 8 novembre alle 18:00!

www.myspace.com/valedreaming

www.myspace.com/malemiele


 Redazione 

Interviste

 Articolo letto 2620 volte. il 27 Oct 2008 alle 14:41
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