Appunti e Spunti di Pio Rapagnà, ex Parlamentare
Roseto degli Abruzzi, 17 ottobre 2007
Ai responsabili del 12° Premio “Paolo Borsellino”
Società Civile Associazione Culturale ONLUS
Via Malaspina, n. 30
64100 TERAMO
Cari amici,
nel Vostro sito dedicato al programma del 12° premio “Paolo Borsellino”, tra le altre considerazioni inserite nella presentazione della iniziativa, avete inserito la seguente affermazione:
"Questa 12° edizione sarà particolarmente ricca di testimonianze, immagini, momenti diversi d'incontro, in modo che verrà ribadito, seppur ce ne fosse bisogno, con forza e convinzione, che la mafia esiste, ancora controlla molti territori in Italia ed è penetrata anche nel nostro territorio regionale".
Sarebbe il caso di far sapere ai partecipanti chi sono coloro che, sapendo che la mafia "è penetrata anche nel nostro territorio regionale", si sono e si stiano impegnando nel corso degli ultimi anni, tutti gli anni, ogni giorno, a contrastare questa mafia e di quale mafia si tratti, in modo tale che gli ospiti ed i relatori prescelti, anche abruzzesi, possano sapere se, in Abruzzo, siano solo e soltanto essi stessi coloro che abbiano contrastato e che contrastino la mafia ed il suo penetrare capillarmente ogni giorno che passa, oppure se ci siano stati e ci siano anche altri, che, in un passato recente, hanno avuto il coraggio e la forza morale di allarmare più volte la Commissione antimafia.
Ad esempio, alcuni sin dal 1992, altri anche in questi giorni, richiedendone una nuova visita ed una approfondita indagine conoscitiva, visti gli scarsi risultati ottenuti dopo la precedente, avvenuta, su mia richiesta in Parlamento e dal Prof. Sergio Turone ed altri Consiglieri Regionali del Gruppo Consiliare dell'allora PCI-PDS in Abruzzo, delle cui dettagliate relazioni finali, presentate al Parlamento ed inviate a tutte le autorità competenti ed alle Istituzioni regionali e locali, a nessuno è importato un fico secco, salvo poi "fare bella mostra di sé" di fianco e davanti ai veri contrastatori della mafia, rigorosamente ricercati fuori dall'Abruzzo, perché qui da noi chi si è impegnato e si impegnava se ne è dovuto andare oppure si è dovuto arrendere, e chi ancora insiste non viene nemmeno invitato tra i relatori nemmeno del prestigioso Premio Paolo Borsellino da Voi organizzato già da 12 anni.
Domanda finale: cui prodest emarginare, isolare e ignorare quanti contrastano la mafia nelle sue varie manifestazioni e infiltrazioni, impegnandosi nella nostra realtà e pagando, ancora una volta, un caro prezzo in ogni modo e ad ogni livello?
Fraterni saluti e buona discussione.
Pio Rapagnà ed altri pochissimi innominabili.