A quale Accademia del Design si vanno ispirando certi Caffè di San Benedetto?
Come hanno fatto, i due più prestigiosi del nostro "salotto buono", banalmente inglobati in mesti edifici di piccola storia, ad acquisire esternamente la personalità e il concettuale rigore di imprese da archistar, vestite in "atelier dello stile" di stupefacente vocazione creativa? ( ! )
E´ l´eccellenza del "Design del Piceno", bellezza.
Un concentrato di innovazione, tecnica fai-da-te, passione, irriverenza, ricerca, talento, fanciullaggine, coraggio, avanguardismo alla Jannacci...
Erano solo un escamotage gli (indispensabili) lavori di recupero ai piani superiori [infatti procedono al rallentatore]. Senza, il Comune mai avrebbe autorizzato e approvato gli spettacolari (ex provvisori) "portici" di Sciarra [che già compaiono nella cartoline turistiche], e quelli recentissimi del Florian.
Al Comune hanno capito che troppi spazi pedonali o verdi sono sprecati; i privati, invece, coi loro commerci sanno come sfruttarli e farli funzionare. Guarda questi due Caffè qui: prepotentemente proiettati all´esterno, perfino con conturbanti "porticati"metallici. Perfino capolavori di design!
Pilastri fatti con sgangherate putrelle arrugginite, saldate alla come viene, garanzia dell´unicità dell´opera. Ogni tanto un ferro di traverso, zac. Con sopra una specie di complicato traliccio che evoca la sopraelevata di Chicago. Non ci passerà nessun treno, si capisce, ma l´immaginazione viaggia. Poi: legni, tavole d´abete e d´impasto di plastiche, ringhiere, cartelli, sbarre legate col fil di ferro, transenne, grovigli di nastri bianco-rossi. Tutto non a casaccio, ma che sembra a casaccio. Materiali rasposi, a spigolo vivo, rudi, mai mollemente levigati. Non roba riciclabile: riciclata. Deve tutto sembrare un cantiere, con rumori polvere calcinacci schizzi di cemento. Invece è sapiente installazione da Biennale, con rumori polvere calcinacci e schizzi di cemento.
Un´emozione da officina, prendersi lì - open - un cappuccino o un aperitivo.
Ma anche una botta di ruspante design piceno, questi simil-portici, altro che il freddino design scandinavo o giapponese. Design democratico [quasi comunista]. Ne beneficiano tutti. Principalmente i pedoni che, oltre a goderne la vista, non s´annoiano più a passeggiare liberi sfaccendati e senza pensieri. Devono ingegnarsi a trovare varchi, sgattaiolando fra tavoli e sedie, putrelle e gazebo, transenne e stufe a fungo, ombrelloni giganti e fioriere, separé e pedane, e orchestrine e camerieri in trasporto-merci. Questo gli fa bene.
Café Design è un piacere. Anche se non è Lavazza.
6.06.´09 PGC