Sono passati sei anni da quell’estate del 2000 in cui un gruppo di freschi diciottenni, capitanati da un leader dai capelli semi-rossi, si presentava inaspettatamente in un tour che vedeva strapieni tutti i palasport toccati.
Ma pochi avrebbero scommesso che quel progetto, quell’idea avrebbero avuto un futuro. Anzi, si erano accumulate montagne leggende metropolitane come quella, la più famosa, secondo cui nel retropalco dei Lunapop suonassero fior di musicisti. Una quasi ammissione che comunque musicalmente non c’era nulla da dire, tant’è che ebbero pure una diretta televisiva sulla Rai dello show di Roma.
Ma da allora sono passati sei anni, anni in cui - nonostante l’idea del gruppo si sia dissolta come avviene spesso per tutti i sogni - si è invece fatta strada per Cesare, e sempre più consolidata la consapevolezza di una capacità creativa, compositiva, di una personalità forte sia dentro che fuori dal palco, con un impressionante score di successi sempre meno appannaggio esclusivo dei giovanissimi e quindi un crescente avvicinamento con attestati di stima e riconoscimento da parte del pubblico più maturo.
“Bagus”, il primo album del dopo-Lunapop, così netto nelle scelte artistiche propositive, e non speculative sul successo precedente, aveva si, creato qualche perplessità, ma poi sfornato brani come “Gli uomini e le donne sono uguali”, “Padremadre”, “Vieni a vedere perché” o “Latin Lover”, tutti successi radiofonici ma anche mai ripetitivi tra loro, a conferma di una vena creativa in totale espansione.
Nell’estate del 2003, il tour “Bagus”, iniziato con molta diffidenza da parte del pubblico giovanile di una volta, finì in un crescendo di consensi sempre maggiore, quasi che i passaparola avesse funzionato meglio di qualsiasi altra pubblicità, portando alla fine 250 mila persone ai concerti.
Nell’autunno del 2005 l’ennesima svolta, o perlomeno la voglia e la capacità di mettersi ancora e sempre in gioco, il non tirarsi indietro dietro davanti alle sfide, anche se non sempre facili: il tour teatrale con la London Telefilmonic Orchestra di Londra.
Era uscito da tre mesi il nuovo album “Maggese” e la sua “Marmellata #25” aveva già marchiato l’estate del 2005.
In questo tour autunnale invece si completa la panoramica sull’istrione Cremonini, capace di addolcire le atmosfere con le sue ballate, aggredirle con i brani più aggressivi, sdrammatizzarle con l’uso di generi musicali non sempre usuali per chi fa il pop (lo swing o il funky per esempio), il tutto condito dalla sua capacità dialettica di intrattenere il pubblico quasi nella migliore tradizione del teatro-canzone.
Ma il richiamo del grande palco, delle folle rumorose, di un impatto nuovamente “fisico” era troppo forte, ed ecco qui il SUMMER TOUR 2006.
A differenza dei precedenti tour, nati quasi sempre con lo scopo di presentare anche ciò che radio e televisione spesso sacrificano, questo tour fa i conti con quello che ormai questo progetto ha accumulato: una sequenza impressionante di hit che pochi possono vantare.
Infatti, dopo due milioni di album con tre dischi, quindici hit tutte dentro i primi dieci brani più trasmessi dalle radio italiane non si poteva non regalare finalmente al pubblico un concerto che non raccogliesse tutte insieme queste canzoni.
Ecco, si sarebbe potuto chiamare: ALL HITS TOUR 2006.
Chiunque infatti conosce le varie “Qualcosa di Grande”, “Un giorno migliore”, “Vorrei” o “50 Special” dell’album “Squerez”, ma anche “Latin Lover”, “Vieni a vedere perché”, “Gli uomini e le donne sono uguali” e “Padremadre” dell’album “Bagus”. Come ormai sono conosciute le recenti “Marmellata #25”, “Maggese”, “Le tue parole fanno male”, “Sardegna” e “Ancora un po’” tratte dall’ultimo album.
Sarà, come abbiamo accennato un concerto “fisico”, ritmico, energico, dove molti brani godranno di nuovi arrangiamenti tutti tesi ad avvicinare il pubblico ad una situazione facilmente recepibile.
Troveranno quindi spazio la bossa di “La fiera dei sogni”, inedito dei Lunapop pubblicato solo in una speciale edizione del 2000, alcune B-side già molto conosciute dal pubblico dei concerti di Cesare come la jazzistica “St. Peter Castle” o il trascinante duetto banjo-chitarra di “Banjoballo”. Ma anche gioielli come “Mille Galassie” e il trascinante rifacimento funky di “Zapping” (da “Squerez”)
Insomma, sarà un tour dove non ci sarà il tempo di distrarsi, o peggio, di annoiarsi
La scelta infatti di privilegiare per quanto possibile situazioni che vedessero l’accesso gratuito al concerto è stata fatta proprio per avvicinare coloro che hanno un rapporto con la musica più occasionale e meno coinvolto.
Quasi 25 date, dai primi di Luglio alla fine di settembre, con una predilezione per il sud, tanto trascurato col tour teatrale, ma anche alcune tappe al nord (Rimini, Piacenza, Milano, Versilia, Modena ecc.), sperando ovviamente in una situazione climatica favorevole.
In attesa di un inverno che ancora una volta riserverà delle novità.
www.cesarecremonini.it
www.friendsandpartners.net
NOTE TECNICHE A MARGINE
La produzione del Tour è stata affidata alla Friends and Partners.
La direzione artistica è di Walter Mameli e Cesare Cremonini.
I musicisti saranno:
• Nicola “Ballo Balestri” (basso, contrabbasso e banjo)
• Alessandro “Duka” Malagnini (chitarre elettriche e acustiche, mandolino, basso e voci)
• Andrea Morelli (chitarre elettriche e acustiche, e voci)
• Matteo Ganassi (chitarre elettriche e acustiche, e voci)
• Phil Drummy (percussioni, sax, flauto e voci)
• Giovanni “Nibbio” Guerretti (piano, tastiere e voci)
• Michele “Mecco” Guidi (Hammond, tastiere e voci)
• Bruno Farinelli (batteria)
Ingegnere del suono: Maurizio Maggi
Light Designer: Mariano De Tassis
Ufficio Stampa: Daniela Turchetti e Marina Muni (Mi Maggiore Roma)
Prove Generali: Jesolo, Palazzo del Turismo