di Luigi Meconi
Caro Catalucci
Ieri mi hai fatto avere un ms mentre eri in Consiglio a Ascoli. Mi sei parso disperato.
Ma perché?
Ti mando un invito del prof. Alberto Lucarelli. E' per il12 a Napoli. Forse ci sarò.
E' penso oggi la risposta più organica contro gli ordini del WTO e della Banca Mondiale di mettere sul mercato tutto. Anche il nostro cervello. Contro il fare tutte spa.
Come non inserire tra gli ossequiosi di questo ordine anche il Consiglio Comunale di Ascoli Piceno? E degli altri 58 Comuni dell'ATO 5 Marche che hanno accettato la trasformazione del Servizio Idrico Integrato in Società commerciale, in Spa? O l'acqua in merce? E noi, da proprietari, in clienti?
"Invertire la rotta". E' uno studio che si presenterà a Napoli il 12 febbraio. Arriva un po' tardi. Meglio tardi che mai. Va a vedere i relatori e i presenti. Capirai che ad Ascoli Piceno siamo pari pari precipitati ancora più in basso di Napoli. Laggiù almeno protestano.
Va a Jesi. Vi scoprirai che è capofila di un Consorzio di 33 Comuni per la gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (CIR 33 - Consorzio Intercomunale Rifiuti - lo trovi anche su internet). A conferma, ulteriore, della falsità di quanti vanno dicendo che l'articolo 34 della legge finanziaria 2002 aveva obbligato al passaggio dei servizi pubblici locali a Spa o Srl.
Mi sono stupito un po' anche di te. O recuperi, recuperate, la legalità, o siete al di fuori della democrazia.
Con tutta la dottrina, e la giurisprudenza, della Corte di giustizia Ue e dei Tar e Consiglio di Stato che ti ho mandato. Oltre ai libri verde e bianco Ue sui servizi di interesse generale. Oltre a altri interventi del Parlamento Ue e della Commissione Ue.
Oltre alle ultime sugli arresti a Aprilia del vertice di Acqualatina Spa.
Oltre a quanto ho scritto sui pericoli che corriamo con un anomalo, almeno secondo me, affido delle nostre tariffe, e altro, praticamente a una banca: la DEPFA BANK. Possibile che nessuno dei nostri politici si è allarmato per quello che è stato affidato a questa DEPFA BANK? Possibile che nessun politico si è domandato che con la finanziarizzazione del servizio idrico integrato è come affidare l'acqua alle banche? Possibile che nessuno si preoccupa per quello che sta avvenendo nella finanza con i derivati? E noi, i nostri gloriosi 58 Comuni + la Provincia, affidiamo: 1) studio della convenzione tra ATO e Ciip Spa; 2) studio delle modalità di finanziamento del Piano industriale della Ciip Spa; 3) praticamente il Piano d'Ambito, a questa DEPFA BANK.
Oltre a ripetute confessioni del Sindaco di Offida e perfino del Presidente dell'ATO che si "augurava" di avere la documentazione da una Ciip Spa che ha detto, e ridetto, ne ho la registrazione, che invece controllerebbero direttamente. Alludo al famoso in house providing (o rapporto interorganico tra Ente Locale e Società Spa). Che secondo loro c'è e che secondo me invece c'è non davanti a una Spa (non importa se a capitale interamente pubblico), ma solo davanti a un Ente strumentale (Consorzio o Azienda Speciale).
C'è o non c'è, in questo decantare un controllo diretto della Ciip spa, controllo diretto che invece più Sindaci e lo stesso Presidente dell'ATO ora 'confessano' che non c'è, ipotesi di falso? Cioè, minimo, di falso ideologico? Per non parlare di ipotesi di abuso d'ufficio. Per ingiusti vantaggi patrimoniali dallo scostamento tra i compensi che si hanno trasformando il Consorzio in Spa. Per non parlare, vedi quanto si va scoprendo dentro Acqualatina Spa, di quanto si può verificare con gli appalti.
E, se si legge l'articolo 113 comma 5 lettera c), del decreto legislativo n. 267/00 alla luce della oramai costante giurisprudenza, non è più corretto, e legittimo, leggervi non già una Spa a totale capitale pubblico, ma un Consorzio o una Azienda Speciale Consorziale?
Caro Catalucci.
Il vero problema è che ci siamo giocati perfino la coscienza.
Non parlo di democrazia.
Per me scomparsa con l'elezione diretta dei Sindaci e lo scioglimento di fatto dei Consigli Comunali (sono o no sotto il costante, possibile, 'ricatto' di scioglimento se il sindaco minaccia le dimissioni?). C'è o no, dietro questo, il superamento di ogni democrazia consigliare? E che dire di noi segretari comunali, con dietro via via tutta la dirigenza comunale "scalta", fiduciariamente, dal solito Sindaco. Come dei rappresentanti dentro le partecipate? Un tale Sindaco non è neppure equiparabile a un Podestà fascista. Ma, peggio ancora, a un vero e proprio "caciuco", come ha detto D'Alema, o, dico io, a signore "feudatario". Siamo a prima del Medioevo.
Resterebbe la magistratura.
Ti ho dato non so quanta documentazione per un ricorso alla magistratura. Sia del Tar che civile che anche quella penale.
Che cavolo di democrazia è questa se si mette tra parentesi anche il potere giudiziario?
Oggi ti ho mandato un comunicato in cui 132 Consigli Comunali della Lombardia, firmatari di una proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico tornando ai Consorzi o Aziende Speciali Consorziali, si stanno opponendo alla privatizzazione del servizio idrico. In un passaggio del comunicato si legge:
"Per chiedere che il consiglio regionale rispetti le leggi e le volontà popolari, votando la legittimità del quesito referendario, rispettando la moratoria in atto nel paese e fermando ogni affidamento delle strutture idriche alle SpA, gli organizzatori invitano la cittadinanza, i movimenti, le associazioni e i sindacati a partecipare al presidio.".
Caro Mimmo. Mando questa mia anche ad altri amici e ai giornali. E anche alle Autorità che conosco.
Un saluto
29 gennaio 2008 Luigi Meconi