Costi e benefici della nuova etichettatura obbligatoria delle carni avicole
È chiara l’importanza di uno strumento informativo diretto come l’etichetta di un prodotto alimentare per tutti gli operatori presenti sul mercato; ma in che modo ciò è testimoniato in termini di benefici e costi? L’aumento del carico informativo rappresentato dall’etichettatura obbligatoria delle carni avicole rappresenta un diretto segnale di tutela per il consumatore, che dispone in tal modo di elementi aggiuntivi importanti per compiere una scelta consapevole, in coerenza con quanto auspicato dal Regolamento n. 178/2002/CE, pilastro della normativa europea; questa condizione è essenziale per garantire il massimo livello di sicurezza alimentare e quindi di tutela della salute umana, obiettivo primario della legislazione alimentare comunitaria e nazionale. In tal modo viene potenziata la fiducia del consumatore stesso in merito a ciò che acquista e consuma, frutto di un sistema produttivo e di controllo pubblico che garantiscano salubrità e qualità merceologica; anche perché l’obbligo di etichettatura prevede e impone un incremento dei controlli non solo sui prodotti nazionali, ma anche e soprattutto su quelli di importazione (sia da Stati Membri che da Paesi terzi). La qualità globale del prodotto, e quindi il suo valore, risente positivamente anche dell’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, rimarcando il ruolo cruciale di questo attributo nelle strategie di commercializzazione di tutti i prodotti agroalimentari. Virtuosamente questa etichettatura rappresenta uno strumento immediato per facilitare il processo di rintracciabilità, divenuto obbligatorio dal 1° gennaio 2005; un sistema quest’ultimo che permette il richiamo immediato di un determinato lotto di prodotto nel caso si ravveda una situazione di rischio per la salute umana e animale. Un altro beneficio in termini di tutela della salute riguarda l’effetto socio-economico di questa regolamentazione, poichè l’attento monitoraggio di filiera, a cui contribuisce la trasparenza dei flussi informativi, permette di prevenire la diffusione delle patologie correlate alla manipolazione e al consumo di questi alimenti, prima fra tutte l’influenza aviaria; è chiara quindi l’incidenza diretta della regolamentazione sull’abbassamento dei “costi della malattia” (ad esempio l’ospedalizzazione). Parallelamente questa regolamentazione comporta svantaggi in termini economici, soprattutto per gli impianti di macellazione e sezionamento delle carni: innanzitutto per i costi di implementazione, che avranno necessariamente un impatto gestionale, organizzativo e strutturale (a maggior ragione per le attività di più ridotte dimensioni). Questi costi si riverseranno sull’ultimo anello della filiera, andando a danneggiare la competitività del prodotto, in particolar modo sul mercato comunitario e extra UE: infatti un obbligo in tal senso, esteso a tutti i produttori nazionali, evita sì una condizione di svantaggio competitivo interno, ma favorisce uno squilibrio nella Comunità Europea, imponendo l’obbligo di etichettatura solo alle aziende italiane che, sottoposte ad oneri maggiori, si vedranno costrette ad operare un rincaro dei prezzi. Ulteriori costi saranno a carico dell’Autorità di controllo, alla quale viene imposta maggiore attenzione nel verificare l’adesione alla norma nel tempo e, in caso di mancata rispondenza, nel sanzionare adeguatamente l’operatore. Il livello istituzionale è coinvolto anche nella necessità di sensibilizzare correttamente i consumatori in merito ai rischi reali della mancata regolamentazione; perciò bisogna considerare i costi relativi alla creazione di efficaci campagne informative e di comunicazione. Gli svantaggi incidono anche a livello di distribuzione, soprattutto nel caso di utilizzo di marchi propri; ciò comporta l’acquisto di carni non preconfezionate all’origine, magari da una pluralità di aziende, rendendo molto difficile l’indicazione univoca in etichetta, anche perché è verosimile la possibilità che la carne utilizzata non solo provenga da aziende diverse, ma anche da lotti differenti. In conclusione, risulta però difficile la quantificazione in termini monetari di benefici e costi legati all’etichettatura obbligatoria disposta dall’O.M. 10 ottobre 2005, sia per l’eterogeneità di ripartizione degli stessi lungo la filiera, sia in quanto la regolamentazione è da considerare di recente introduzione. Una valutazione più accurata sarà possibile in fase di completamento del processo di implementazione, con la possibilità di servirsi di impianti-pilota per la simulazione economica nella filiera avicola.
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