E' questa la vocazione della “Riviera delle Palme"?
di Riego Gambini
Quante parole si sono lette in questi giorni a riguardo le preoccupanti manifestazioni naturali che ci hanno fatto temere per la tenuta del Tronto, come anche le violenti mareggiate che stanno riducendo sensibilmente la spiaggia della nostra costa e non ultime le scosse sismiche che seppur di minore intensità rispetto a quelle del vicino Abruzzo hanno messo in apprensione gran parte della popolazione Picena. Vorrei anche ricordare l’invadente punteruolo rosso che, senza la nostra autorizzazione, ha deciso di abitare anche le palme delle nostre città. Tralascio invece le strane morie di cefali, le grandi distese di alghe rosse maleodoranti a 2 miglia dalla costa, lo spiaggiamento di grandi creature marine disorientate, ecc... dato che da alcuni anche queste sono da considerarsi manifestazioni naturali cicliche (!).
Quanto parole sono state pronunciate in merito alla necessità di programmare azioni a carattere preventivo e protettivo che cerchino perlomeno di limitare le conseguenze di tali avvenimenti.
Quante poi le richieste di aiuto, sostegno economico, supporto per affrontare le criticità di cui noi stessi, perlomeno in parte, siamo coautori, dato che spesso nella pratica non dimostriamo affatto quel comportamento responsabile e coerente che ha in se la consapevolezza di quanto sia importante, per il nostro benessere come anche per le nostre economie, la salvaguardia dei beni e delle ricchezze di cui gode il nostro territorio.
Personalmente ritengo che manifestazioni agonistiche come quelle riportate nel titolo non siano la risposta alle difficoltà di varia natura che stiamo vivendo tutti insieme, anzi possono diventare il segnale di quanto la mancanza di conoscenza ed educazione (non solo ambientale) si trasformi in condizioni di degrado ambientale, sociale e culturale. La richiesta di assolta coerenza, che ad alcuni potrà anche risultare eccessiva, è determinata dal fatto che non abbiamo più ne il tempo, ne le risorse per consentirci anche solo qualche “leggerezza”.
Smettiamola di preoccuparci esclusivamente dei nostri singoli interessi; questo è il momento di pensare tutti insieme alle grandi risorse che una collettività coesa può evocare e generare anche nel rispetto delle logiche leggi universali che non rispondono mai alle singole ideologie ma considerano sempre la visione del Tutto.
Il mare utilizza le correnti anche per scaricare la sua energia, un evento sismico può rappresentare la necessità di scaricare forme di energie accumulate in eccesso da parte del pianeta Terra (in fondo anche il nostro corpo quando è febbricitante trema), la pioggia è la conseguenza di determinate condizioni atmosferiche (e magnetiche) e forse ora potrebbe risultare utile proprio a raffreddare questa Creatura tremante, il punteruolo rosso “rosicchia” le palme non per farci un dispetto ma perché questa è la sua natura.
Noi invece perché facciamo ciò che facciamo? Qual è la nostra vera natura?
Riego Gambini