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"I'm The Creature" (Homesleep, 2006) |
Indie-heroes di casa nostra: intervista ai MiceCars
Wrestling, gastriti, infezioni cutanee, topi: c’è tutto questo nel mondo surreale dei MiceCars. Parlando con loro si capisce che, nonostante il clamore suscitato dall’album d’esordio (“I’m The Creature”, uscito per Homesleep lo scorso novembre), i ragazzi non si prendono troppo sul serio e continuano a guardare al loro ‘lavoro’ con una benefica dose d’ironia. Vengono da Roma e hanno riportato una freschezza che sembrava irrimediabilmente perduta nell’indie-pop italiano, grazie a canzoni che hanno bisogno di un solo giro nel lettore per conquistare. Qualche titolo? Nihil Is The Quest, Underwater Slug, Hulk Hogan. Provare per credere, i ragazzi vi conquisteranno. Abbiamo incontrato Peter T, voce e chitarra dei MiceCars.
Come sono nati i MiceCars e come sono arrivati all’esordio discografico? I MiceCars nascono nel febbraio 2004 grazie all’incontro tra me e Little P durante un congresso dal titolo “Geriatria e ontologia: Vita e andropausa”. Nello stesso congresso, in qualità di Goo Goo Boy, abbiamo conosciuto P.L. Abbiamo immediatamente capito che la bioetica non poteva essere la nostra strada, e così, grazie a P.L. che nel frattempo aveva abbandonato pattini e shorts, abbiamo deciso di fondare il gruppo. Nella stessa estate abbiamo dato alla luce il nostro primo, fortunato demo, Gewgaw Tunes, che dopo aver ricevuto ottime recensioni tra blog, webzines e stampa è finito tra le mani della Homesleep. L’interesse è stato sostanzialmente immediato da entrambe le parti e così, di comune accordo, abbiamo scelto di accasarci presso questa label.
A cosa si deve il nome MiceCars? Il nome MiceCars è uscito fuori dopo una ricerca costituita da un divertente gioco di rimandi e assonanze tra me e Little P. Dopo qualche tentativo, siamo arrivati a questo nome che di per sé non ha nessun rimando particolare, se non, a titolo personale, due tra le mie più grandi fobie: topi ed automobili. Ma credo in effetti che sia del tutto casuale.
Si era creata parecchia attesa attorno al vostro esordio: avete sofferto una qualche forma di pressione o di condizionamento psicologico? Da parte mia non credo. Anzi, era piuttosto divertente – come è stato detto altrove – notare come forum e blog ci dessero per morti, sciolti, mafiosi, raccomandati o semplicemente inattivi. In realtà abbiamo passato due anni – e forse anche qualcosa di più – lavorando sul nostro disco, non preoccupandoci affatto di queste, se mai ci siano state, pressioni. Questo rimane fortunatamente un disco indipendente, per la realizzazione del quale tutti noi siamo dovuti scendere a patti per nostra scelta con la nostra vita privata e soprattutto economica. Questo però ci ha garantito massima serenità nello svolgimento del lavoro, il che non è poco, se pensi che registrando per una major si potrebbe essere anche vincolati a contratti che impegnano l’artista a produrre un disco ogni anno o, peggio ancora, essere ‘parcheggiati’ fino a scadenza contratto.
In sede di recensione del vostro disco ho parlato dei MiceCars come del punto di incontro tra i Beatles del White Album e i primi lavori dei Pavement. D’accordo? Fa senz’altro piacere essere paragonati ai Beatles (del White Album poi!) e ai Pavement... Fermo restando che i due gruppi citati vengano utilizzati a mò di categoria interpretativa e non come ‘metro’ o criterio attorno al quale ruoti il giudizio su una band. Chiaramente i due gruppi da te citati sono due enormi influenze per noi, ma fortunatamente siamo onnivori e all’interno del gruppo ascoltiamo da Prurient fino ai R.E.M., da Dizzee Rascal ai dEUS e da Satie fino a Murcof, senza dimenticare anche altre forme musicali come quelle proposte dai Zu o No Hay Banda Trio e anche parecchio Hip Hop, per il quale sto lentamente andando in fissa!
Come è nata l’idea di una torch song per Hulk Hogan? Ahahaha, guarda qui ci sono due scuole. Quella rappresentata da Little P credo tenda per Hulk Hogan, mentre la mia è a favore di Ultimate Warrior. Tra i due ci fu un mitico match alla fine degli anni ’80, tra i più lunghi e belli della storia della WWF. Campione mondiale dalla celebrità affermata Hulk Hogan contro il campione intercontinentale emergente Ultimate Warrior. La superiorità di Warrior viene dimostrata dalla sua vittoria e Hulk Hogan tramonta... se vuoi è un tributo ad Hulk, ma soprattutto un omaggio ad Ultimate Warrior!
C’è qualcuno di voi che soffre di gastrite? (ovvero perché la battaglia contro il nimesulide) Io soffro di gastrite, Little P. soffre di gastrite e credo anche Emanuele, il nostro batterista. In realtà il titolo è un controsenso rispetto alla canzone, il ché in sostanza potrebbe voler dire che durante il malditesta, anche se si è assunto un farmaco, è sconsigliabile ascoltare il pezzo...
Avete lavorato in studio con Matteo Agostinelli e Francesco Donatello: al di là delle frasi di circostanza, Yuppie Flu e Giardini di Mirò sono gruppi che ammirate? Non posso certo dire che siano due riferimenti per noi, ma i due gruppi ci piacciono e abbiamo ottimi rapporti con entrambi,
Avete ottenuto diversi riconoscimenti prima ancora di debuttare con un vero e proprio album. Ora che “I’m The Creature” è uscito, dove vi può portare? Noi siamo tranquilli. Del futuro è meglio non preoccuparsi, cerchiamo di restare ancorati al presente. Sicuramente ti posso dire che io non sono più molto interessato nello sviluppo di una canzone ‘pop’ come quelle che puoi sentire nel disco. Ovviamente parlo a titolo personale, ma spero che uno dei possibili futuri compositivi della band possa giocarsi anche su altri fronti, oltre che quello della canzonetta.
Cantare in inglese può essere un limite in Italia ma può rappresentare un vantaggio se si decide di puntare all’estero. I MiceCars preferiscono sentirsi coccolati nel sottobosco indipendente italiano o rischierebbero il salto nel buio all’estero, salto per il quale, a parere di chi scrive, avrebbero tutte le carte in regola? Ti ringrazio per l’augurio! Ci piacerebbe sicuramente moltissimo fare ‘un salto nel buio’ all’estero come lo chiami tu, sempre a patto che tra noi – oltre la professionalità giustamente richiesta ad un gruppo che tenta l’esordio discografico – ci siano serenità e divertimento. Certamente la scelta di cantare in inglese non è mai stata calcolata, anzi, tale scelta non ha mai avuto luogo. Ci siamo sentiti subito a nostro agio con un linguaggio con il quale siamo cresciuti, sia musicalmente sia per altri fattori, per cui il problema del limite è – a mio modo di vedere – tale nel momento in cui lo si considera come una conditio sine qua non per arrivare da qualche parte o raggiungere un certo obiettivo stabilito se vuoi a tavolino. L’unico obiettivo dei MiceCars è stato fino ad ora quello di scrivere buone canzoni, che soddisfacessero noi come ascoltatori e come scrittori. In più, ci è stata data la possibilità di poter proporre il nostro lavoro ad un pubblico possibilmente più vasto della solita schiera di amici/conoscenti... Per il sottobosco indipendente italiano la questione potrebbe essere molto ampia... In tutti i livelli di questo sottobosco, dai gruppi che fanno demo, fino a gruppi che fanno dischi, vanno in tour all’estero, fanno video etc etc, bisognerebbe indagare sulle reali possibilità di creare una scena che sia veramente indipendente e reciprocamente creativa, e non asservita e arroccata a piccole fazioni sterili e un po’ buffe nei loro atteggiamenti. Quindi, vorrei che i MiceCars fossero cullati da questo sottobosco indipendente italiano, dalla metà in cui posso intravedere questo senso di intraprendenza e collaborazione disinteressata tra persone che mettono a disposizione i loro mezzi, le loro idee e la loro esperienza senza particolari interessi altri se non imbarcarsi in qualcosa di nuovo e stimolante, piuttosto che fossilizzarsi alle piccole cerchie di amici e ad un modello elitario di fruizione.
Dove vi vedete da qui a dieci anni?Cassa Integrazione, ex alcolista, 2 figli, un divorzio e una fastidiosissima infezione cutanea.
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Pierluigi Lucadei
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Interviste |
Articolo letto 2336 volte. |
il 28 Feb 2007 alle 16:42 |
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