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"I'm The Creature" (Homesleep, 2006) |
Micecars “I’m The Creature”
Etichetta: Homesleep Brani: Watch Over Your Gun! / Nihil Is The Quest / Introducing The Liquid Pets / Underwater Slug / The Ancient Art Of Peeping / Fritz is Alive / The Battle Against Nimesulide / Ghost Trolley / Hulk Hogan (Torch Song) / Heretical / Devil / Americans Produttore: Micecars & Francesco Donatello
Quando si fa un gran parlare di un esordio discografico prima ancora della sua uscita, il più delle volte conviene diffidare. Se per di più succede non in Inghilterra, la patria delle next big things, ma nel nostro paesucolo di ramazzotti e gigidalessi, il piglio da sto disco è una sicura monnezza è d’obbligo. Invece succede che ai Micecars, è loro l’esordio di cui si è molto parlato a seguito dell’ottimo demo con cui si erano fatti conoscere tre anni fa, bastino pochi minuti per chiarire l’equivoco. Il brano d’apertura (Watch Over Your Gun!) mette sul piatto un talento difficile da equivocare, che si materializza in una ballata figlia tanto dei Beatles del Doppio Bianco quanto del gusto slacker dei primi Pavement. Qualcuno a ragione obietterà che l’indie pop di matrice Pavement ha rotto già da un pezzo, ma quando i brani sono riusciti e diretti come in “I’m The Creature” si può aspettare ancora un po’ a dare il genere in questione per morto. Nihil Is The Quest, The Ancient Art Of Peeping, Heretical sono schegge pop che fanno alla perfezione il proprio dovere: conquistare in poco più di due minuti i favori dell’ascoltatore, tempestandolo di riff esuberanti e cori assassini. Poi c’è la torch song secondo i Micecars, l’incredibile Hulk Hogan: accompagnateci un videoclip colorato ma scazzato, austero ma un po’ sexy, con lottatori e pupe, blood and style, mandatelo in heavy rotation sulle reti musicali e vediamo se i Micecars non vendono più delle solite quattro copie. Anche l’apparente inedia di una ballad acustica come Introducing The Liquid Pets (ci sentite dentro più Hefner o più Sparklehorse?) riesce nel finale a montare in un urlo di rabbia che spazza via ogni dubbio e apre la strada a Underwater Slug, che suona come un Lennon sotto acido in procinto di buttarsi da un grattacielo. Le chitarre la fanno da padrone, i ritornelli rapiscono, la sperimentazione non è mai fine a se stessa ma funzionale al rendimento del pezzo, vero punto vincente di questo esordio: quanti dei 12 episodi sono potenziali singoli? almeno l’80%. Per farla breve: il chiacchiericcio dà fastidio, ma qui c’è del potenziale esplosivo.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
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il 14 Jan 2007 alle 19:55 |
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