Infin che 'l Veltro(ni) verrà
di Rive Droite Macchè Cangrande Della Scala signore di Verona, macchè Arrigo VII di Lussemburgo incoronato imperatore nel 1309 ! Oggi è chiaro: il salvatore dell'Italia pensato da Dante (Inf. I), allegorizzato nella figura del veltro, identificato dagli esegeti - mai con certezza - con questo o quel grande, è lui, il Veltroni nazionale, tormentone estivo e di chissà quant'altre stagioni ancora. A lui pensava Dante nello slancio profetico! Gli indizi ci sono, e forti: - il nome (se vi pare poco...); - le specchiate virtù: "questi non ciberà terra nè peltro, / ma sapienza, amore e virtute". Nel discorso della montagna - pardon, del Lingotto - il messianismo del Nostro s'è precisato senza se e senza ma; - la missione, salvare l'Italia dal botto che sta per fare. Non c'è problema: "di quell'umile Italia fia salute / per cui morì la vergine Cammilla, / Eurialo e Turno e Niso di ferute". Che più? Eccocelo bell'e identificato, il riformatore vagheggiato da Dante e dai contemporanei suoi, l'uomo della Provvidenza - giacca cravatta e occhiali, vabbe' - sulla cui identità fior di commentatori si accapigliarono fin qui. Ora che sappiamo, ora che la grancassa mediatica - titoloni paginoni dibattitoni - ce l'ha ammannito in ogni salsa il profetizzato Veltro(ni), è con animo lieto che ci disponiamo a salutare la novella età dell'oro che, nessun dubiti, salverà l'Italia. Se il disfattista nicchia, dubita, tentenna, si faccia in là, passi oltre, dica - con l'Anonimo - che "perchè chi sia questo Veltro(ni) non è diffinito, [...] è da passare oltre leggiermente". [grazie a: D.Alighieri. E alla Senna ] 9.08.'07 Rive Droite
|