Vostra Eccellenza Signor Console dell'India in Milano
Il sottoscritto Giancarlo D'Anna consigliere regionale delle Marche ha appreso con stupore e sgomento dell'intervento operato dalla Polizia Indiana dello Stato dell'Himachal Pradesh nei confronti di un gruppo di tibetani impegnati in una marcia per protestare contro la brutale occupazione del loro Paese. Questo intervento è avvenuto mentre nella capitale tibetana, Lhasa, molti monaci e laici sono stati arrestati e i monasteri sono circondati dalle forze dell'esercito cinese.
La marcia si stava svolgendo pacificamente e nella più pura tradizione gandhiana (non a caso molti ritratti del Mahatma venivano portati dai marciatori) in territorio indiano, senza causare alcun problema di ordine pubblico, ed è rivolta a far conoscere la drammatica situazione in Tibet e quella dei rifugiati tibetani in esilio. Fonti attendibili ci hanno confermato che solidarietà e interesse sono stati espressi dalla popolazione indiana ai marciatori nelle località toccate dalla marcia.
Ricordando con gratitudine la pluriennale solidale generosità con la quale i governi democratici dell'India e l'intero popolo indiano hanno accolto oltre centomila profughi tibetani, primo fra tutti Sua Santità il Dalai Lama e ritenendo che debba essere garantito ai rifugiati tibetani il diritto, sancito anche dalla Convenzione internazionale dei Diritti Civili e Politici (ICCPR), a manifestare pacificamente, questa Amministrazione considera un grave errore il fermo di cento marciatori avvenuto stamani e ne suggerisce l'immediato rilascio. E con in mente il ricordo della nobile lotta gandhiana che portò al raggiungimento dell'indipendenza nazionale indiana, chiede altresì che sia consentita la ripresa e lo svolgimento della Marcia Verso il Tibet.
Mi rivolgo a Lei, Eccellenza, perché si faccia tramite della richiesta mia e di molti cittadini italiani presso le competenti Autorità del Suo Paese.
Cordiali saluti
*Consigliere regionale
Regione Marche
Fano 14 marzo 2008