IRONMAN 2008 A KLAGENFURT
Ovvero LA NORMALITA´ DI ESSERE BRAVI - Klagenfurt, domenica 13 luglio - E´ la quantità di bambini (i Kinder) a colpirmi. Mai visti così tanti in una competizione di adulti. In braccio i piccolissimi, i grandicelli con la mano in quella di un papà, di una mamma che taglia il traguardo, corrono con loro gli ultimi metri della maratona. Enormi sul maxischermo, attimi dopo mi passano davanti sotto la tribuna: eccitati scalmanati felici. Raggianti gli atleti all´arrivo, nel sole che fonde le gradinate. Sono le 18: per 11 ore hanno corso il loro Ironman. Qualcuno è arrivato da un paio d´ore, altri arriveranno a notte, e saranno i più festeggiati... Alle spalle, per tutti, 3,8 km.di lago a nuoto, 180 km.di saliscendi da infarto in bici, 42 km. a piedi. Di seguito e nell´ordine. Tutto in un giorno. Col sole e il diluvio. Matti-col-botto, pensi, prima di essere lì e vederli e capire che sono...normali. Niente supereroi muscoli-pasticche-adrenalina. Normali matti da legare che dopo 10, 11, 12 ore di gara (per altri saranno poi anche 16, o 17) hanno voglia e fiato per tagliare l´ultimo traguardo dell´ultima corsa e accennare un comico passo di danza, tirare un pugno all´aria, baciare col casquet la ragazza/il ragazzo, scherzare con gli amici impazziti di strilli applausi fischietti e campanacci bovini. Babele di lingue d´Europa e d´altrove, per tremila atleti. E ci sono anche loro, "quelli di Flipper Triathlon" da Ascoli: cadenze marchigiane, abruzzesi, anche venete e forse altre, nel gruppo, ma non li conosco tutti. Un anno fa non li conoscevo affatto. Poi la scoperta, il loro sito, il racconto dei "veterani" che si fa mito - mai ridondante, sempre scherzoso e autoironico - e oggi questo Klagenfurt che non mi perderei cascasse il mondo perché secondo-me-questi-sono-marziani. Eppure: vederli uscire stamattina alle 6 dallo Schuberthof [sulla facciata struggente striscione bianco col loro "grazie" all´amico Andrea per sempre giovane] Raffaele, Elisabetta, Lucia, Franco, Ezio, Felice ecc., un tranquillo saluto e via, penseresti che vanno per l´oretta di jogging domenicale... [Per capirsi: chi scrive non si considera sedentaria ma 3,8 km a nuoto li mette insieme in una stagione (a mare calmo e gradi-acqua nella norma); 180 km. in bici li fa in 18 giorni in pianura; 42 km. di corsa in cinque uscite] Li vedo partire a nuoto alle 7: il lago, un oceano di seimila braccia e seimila gambe a mulinello che neanche il cinema degli effetti speciali. Li vedo uscire dall´acqua e correre alle bici sgusciando in contemporanea dalla muta come neanche Houdini. Li vedo pedalare sulla peggio salita che incubo d´ingegnere pazzo abbia partorito. Li vedo nel diluvio lasciare bici e casco e buttarsi nella maratona; ed è già pomeriggio quando penso che a nessuno di loro conviene pensare meno-male-che-sono-alla-fine. Perché gliene restano ancora 42 e passa, di chilometri, e hanno fisici stellari e sono il David di Michelangelo e il Discobolo di Mirone ma hanno anche pancette e rotolini e celluliti e vent´anni e settanta... Intanto il sole ha cucinato me e loro, poi un cielo di pece ed è venuto giù il mondo: e il pubblico sempre lì lungo il percorso, enorme, festoso, musicale, chiama gli atleti per nome, glielo legge sul pettorale; i bambini - ancora loro, tanti - a rotolarsi nei laghi di pioggia e nessuna mamma a gridare isterica "nontisporcarenontibagnareeee!...". Fradicia anch´io, e non ricordo che me ne sia mai importato di meno. Sempre più Alice in Wonderland.
Ora qui, sulle gradinate dell´arrivo, io che mi farei trappista per amore di silenzio, sono perfettamente a mio agio nella festa rumorosa di questa organizzatissima bolgia austriaca. Perché è quello che ci vuole, qui: lo speaker che senza mai tirare il fiato proclama nome e nazionalità per ognuno che taglia il traguardo, la musica che farebbe saltellare i paralitici, il tifo l´allegria gli applausi che crescono anziché smosciarsi con le ore che passano. Perché il primo, arrivato due ore fa è mitico, ma lo spettacolo sono loro, che arrivano adesso e continueranno ad arrivare e sembrano partiti un´ora fa. Come Raffaele The President, che taglia il traguardo con Cristina che gli ha corso vicino gli ultimi chilometri: belli sul maxischermo e bellissimi ora che ci abbracciamo e Raffaele dice "sono soddisfatto" come se avesse corso la maratonina di Centobuchi. E allora, come non entusiasmarti per loro, per il loro essere qui a metterci tutto di sé, bravi senza trucco senza inganno, senza stupide autorità a blaterare stupidi discorsi appiccicare stupide medaglie appioppare stupide coppe. Dal camper, sentirò ancora applausi per quelli che continuano a correre, e sarà già buio, finiranno a mezzanotte... Alle 7 del lunedì questo posto che non è altro pianeta ma solo Austria, è già tirato a lucido, non c´è mai stato niente... L´evento non l´ha stravolto. La città gonfia come una rana per le migliaia di arrivi, non è stata violentata, non ne è rimasta paralizzata: le barche si sono dondolate sonnolente sul lago, il traffico non è impazzito, la gente ha passeggiato serena nel verde pulito, le bici ne hanno percorso le piste - vere piste ciclabili, anche quelle solo disegnate - e non hanno temuto per la vita... Ma questo è un altro paese, qualche chilometro e qualche secolo dal nostro. Un´altra storia. Appunto. 18.07.´08 SDG
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