Histoire du soldat
al teatro della fortuna di fanoprima assoluta di Histoire du soldatultima produzione della RLT 2008una messinscena visionaria in bilico tra storia e fiaba, radici e magia Fano, 15/05/2008 – Quattro mesi di progettazione, un mese di realizzazione per i circa trenta giovani artisti della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino che, sul palcoscenico del Teatro della Fortuna, danno forma e vita al loro ultimo progetto. Venerdì 16 maggio - alle 21.00 - debutta in prima assoluta la nuova produzione della Rassegna Lirica Torelliana 2008, stagione musicale della Fondazione Teatro della Fortuna, che mette in scena l’Histoire du soldat di Igor Stravinskij in un allestimento ideato e realizzato da allievi ed ex della Scuola di Scenografia urbinate. Quattro anni di Rassegna Lirica Torelliana e quattro anni di collaborazione con questa Scuola, collaborazione che ha generato quattro spettacoli tra messe in scena e riletture di grandi opere della musica classica occidentale, spettacoli di grande rigore formale e dotati di quella sapienza professionale che distingue il “manufatto” finale da qualsiasi riferimento a prova di saggio scolastico. Blindata da una meritata fama di capolavoro, l’Histoire concentra, nel semplice plot di una fiaba, quella tensione bruciante di Stravinskij e del suo tempo, così toccato e traumatizzato dalla guerra, a superare i limiti di forme artistiche cristallizzate del tutto incapaci di dare forma all'inquietudine e all'orrore. I giovani della Scuola di Scenografia guidati da Francesco Calcagnini, hanno intrapreso un viaggio nella musica del grande compositore russo e nella tradizione fiabesca popolare della sua terra che li ha portati alla realizzazione di un’opera singolare in cui il creatore del pensiero e l’artigiano sono le stesse persone. Sono state realizzate tre letture separate prodotte da tre diversi gruppi di allievi e si è provato a cambiare registri, forme, timbri fino a trovare una sintesi soddisfacente fra le coerenze e le incoerenze di una fiaba così speciale. La somma dei risultati raggiunti dai tre gruppi ha disegnato i confini di qualcosa di nuovo: un’opera che corre su più piani separati, distinti e ad arte intersecati. Sul palcoscenico trionfa il colore - il rosso in particolare - per una messinscena visionaria che prende spunto concettualmente dalla musica di Stravinskij e dal testo di Charles-Ferdinand Ramuz composti nel 1918 durante l’esilio del musicista russo in Svizzera e che risente fortemente della rovina e degli orrori causati dal primo conflitto mondiale. La vicenda è tratta dalle Antiche fiabe russe di Afanas’ev, vera e propria miniera della tradizione e del folklore russo cui il racconto musicato da Stravinskij sembra molto legato. Lo spettacolo: “Ci siamo volontariamente sottratti alla collocazione storica della figura del soldato e all’immagine di guerra e di pace che sembra evocare la divisa, insistendo sulle contraddizioni, sui punti di frizione in cui si snoda la narrazione. Non a caso, la condizione militare, rappresentata dalla marcia, che si viene spesso a sovrapporre al cammina cammina sempre presente nella forma fiabesca e la stessa contrapposizione tra il diavolo che non sa suonare il violino (ma non è propriamente il violino lo strumento del diavolo?) e il soldato che non sa leggere il libro (eppure l’istruzione era una delle poche cose garantite dalla vita militare) sono soltanto segni evidenti di queste frizioni strutturali. Il racconto ci è sembrato inevitabilmente e indissolubilmente legato alla terra, pensata come radici e come madre. In essa campeggiano figure come la Baba Yaga, proiezione della mitologia russa, in cui convivono sacro e superstizione, tradizione e folclore. Igor Stravinskij sembra alludere costantemente a un mondo lontano nello spazio e nel tempo: un mondo lasciato nella sua città natale, San Pietroburgo, dove non sarebbe tornato che solo tanti anni dopo, nel settembre del 1962. Il chiaro tentativo di salvare la Russia del folclore e della tradizione, quasi sospesa nella memoria del compositore, è anche lo spunto che ci ha spinti a pensare uno spazio scenico su dei semplici tappeti: tessuti variopinti che misurano il palcoscenico in rettangoli creando una nuova forma di terreno. Non diversamente da Peter Brook, da La conference des oiseaux in poi, il tappeto è lo spazio definito in cui galleggia la scena ma, contemporaneamente, esso rimanda anche allo specifico di molte culture in cui viene spesso appeso alla parete della tenda nonché steso a terra per proteggere e riscaldare: suprema metafora dell’abitare, della terra, delle origini.” Francesco Calcagnini / Rossano BaroncianiLe musiche dell’Histoire du soldat sono eseguite dai solisti dell’Orchestra G. Rossini - Giovanni Orsini violino, Jean Gambini contrabbasso, Davide Felici clarinetto, Luca Bonci fagotto, Luca Cogniti tromba, Roberto Landi trombone, Matteo Fratesi percussioni - diretti dal maestro Vito Clemente. In scena Pierpaolo Tomassini, Sante Maurizi, Massimo Pagnoni, Claudio Tombini, Francesca Gabucci, Cinzia Battistelli, Simone Pandolfi, Loris Del Prete, Adriano Balsamà, Paolo Lucarelli, Decio Trodichetti. Lo spettacolo è inserito nel cartellone di TeatrOltre’08, la rassegna di teatro contemporaneo promossa dalla Fondazione Teatro della Fortuna, gli assessorati alla Cultura di Pesaro e di Urbino, della Provincia di Pesaro e Urbino, di Amat, Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali che si propone di portare all’attenzione del pubblico i linguaggi più innovativi del panorama teatrale. Botteghino. Info: piazza XX Settembre 61032 Fano, Tel. 0721.800750 fax 0721.827443, botteghino.teatro@comune.fano.ps.it. Apertura: dal lunedì al venerdì esclusi i festivi 17.00 - 19.00 | Il sabato e il mercoledì anche dalle 10.00 – 12.00 | Nei giorni di spettacolo 10.00 - 12.00 e dalle 17.00 in poi. Vendita online: TICKETONE, info 02.392261, www.ticketone.it Biglietti. Settore A/B euro 16,00 (ridotto under 25, euro 12,00); Settore C euro 10,00 (rid. euro 8,00); Settore D euro 5,00.
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