L'Etiopia di Francesca
Finalmente a Moyale, la città al confine con il Kenia dove si svolgerà il progetto di cooperazione allo sviluppo/3
15/11/2007 - Sono a Moyale ormai da qualche giorno e piano piano mi sto abituando ai suoi ritmi e ai suoi odori. Moyale è attraversata da un'unica strada asfaltata, su cui si affacciano piccoli ristoranti, qualche albergo e negozietto, fatti di legno, di lamiera, di fango. Se ci si perde a Moyale lungo le vie laterali, la strada asfaltata per chi è nuovo del posto è sicuramente un punto di riferimento fondamentale, come è stato anche per me. Durante il giorno è una cittadina movimentata: la strada è affollata di persone, di camion che trasportano cammelli, di carri, taxi, asini e capre. Al ciglio delle strade ci sono giovani donne che vendono banane, arance o canne da zucchero, mentre più indietro negozietti che vendono contenitori di plastica.
Gli automezzi, per farsi largo tra persone ed animali ed evitare quindi spiacevoli incidenti, devono continuamente suonare il clacson. Il clacson è un accessorio fondamentale per le automobili che percorrono le strade etiopi e forse anche africane, perché le strade qui non sono di uso esclusivo dei mezzi motorizzati, ma appartengono invece soprattutto alle persone e agli animali.
A Moyale c’è anche il mercato del “chat”, una pianta che può avere proprietà eccitanti a seconda di quando viene consumata e le cui foglie sono utilizzate in gran parte per nutrire le capre.
La sera quando la frontiera è chiusa, i mezzi motorizzati smettono di passare ed è quindi più facile passeggiare su questa strada, ascoltando in modo confuso i vari tipi di musica provenienti dai locali. L’illuminazione è presente solo su tale strada ed è piuttosto debole, almeno finché c’è elettricità (in questo periodo fino all’una, ed è garantita grazie a un generatore), ma in alcuni punti è assente e si può scorgere un cielo fantastico.
Moyale è una cittadina attraversata da due linee di confine: la prima è quella che separa l’Etiopia dal Kenya, e gli abitanti di entrambe le aree definiscono gambo (in swahili “l’altro lato”) la zona al di là della frontiera, mentre la seconda quella che divide lo stato regionale Somali dallo stato regionale Oromia (l’Etiopia è infatti una federazione composta da 9 stati regionali). Questa demarcazione è sia politica sia culturale, dato che due differenti gruppi etnici abitano le due aree. Lo stato regionale Somali è abitato prevalentemente da Garri, mentre quello Oromia da Borana: entrambi sono tradizionalmente pastori. Moyale è infatti un’area prevalentemente pastorale o agro-pastorale, perché la terra è semi-arida e solo una piccola porzione di essa è adatta all’agricoltura. I Garri basano la propria economia prevalentemente sull’allevamento di cammelli, mentre i Borana di bovini. Altri due gruppi sono presenti a Moyale sono i Gabbra, che allevano soprattutto cammelli, parlano oromo e vivono lungo il confine tra Borana e Garri, e i Digodia, che sono un gruppo somalo, ma vivono all’interno dello stato Oromia. Capre e asini sono altri importanti animali su cui si fonda l’economia di queste popolazioni.
Il territorio intorno Moyale è rosso e verde: rossa è la terra che fa fatica ad assorbire l’acqua e verde soprattutto per gli alberi di acacia. Su un territorio così vivono i vari gruppi etnici di Moyale, entrando talvolta in conflitto per le risorse fondamentali come acqua e pascoli.
Il progetto all’interno del quale collaboro si propone l’obiettivo di migliorare la gestione di queste risorse, ampliando non solo le strutture fisiche, ma anche le conoscenze possedute dalla popolazione. (da provincia.ap.it)
Francesca Bernabini
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