di Luigi avv. Meconi
Cari amici dei beni comuni. Cari amici dell’acqua bene comune e non merce. La rottura della rete idrica a Tallacano (AP) mette in luce, per chi vuole vedere, altro da quanto si dice.
Salvatore, di Napoli, mi ha chiesto che cosa ne è dei servizi pubblici locali, tra cui il servizio idrico, dopo la finanziaria 2008. Specie dopo le dichiarazioni del Ministro Lanzillotta su Il Sole 24 Ore a fine anno. Gli ho risposto con il mio lungo commento all’articolo unico sui servizi pubblici locali che la Lanzillotta ha cercato, non riuscendoci, di inserire nella finanziaria 2008. Un ritorno ai feudi.
Nella mia Ascoli Piceno c’è in atto uno scontro politico nato da una grave rottura della rete idrica dell’ATO5 Marche in località Tallacano. Senz’acqua molti Comuni. Furenti i Sindaci. In realtà lo sono, molto più, i non pochi cittadini, tra cui anche imprese, con i rubinetti asciutti.
Colpisce che la grave, imprevista, rottura, segua di poco un Consiglio dell’ATO, novembre 2007, che, previi elogi, ha approvato l’affidamento del SII per 25 anni alla Ciip Spa, ente gestore, e il nuovo Piano d’Ambito. Prevede interventi strutturali per oltre 300 milioni di euro. E procedure da brivido.
L’attacco, portato avanti in particolare dal Pd, al Presidente della Ciip Spa, Nigrotti, ovviamente di altra corrente politica, colora la rottura di altro. Che può servire anche a voi amici sparsi per l’Italia. Nessuno, visto che l’in house providing, cioè il rapporto diretto, o interorganico, tra Ciip Spa e Comuni, è miseramente fallito, che parli di ritorno a una vera gestione diretta del SII. Nessuno che parli di ritorno al Consorzio Idrico del Piceno. Neppure Rifondazione Comunista; tra i sostenitori della proposta di legge di iniziativa popolare perché per il governo e la gestione pubblica delle acqua torni ai Consorzi. Raccolte in tutta Italia oltre 406mila firme; molte anche da noi.
Tornando alla nostra rottura a Tallacano, che la dice lunga anche sulle enormi risorse necessarie per il rifacimento delle reti lasciate, non si sa perché, prive di adeguata manutenzione, si può ipotizzare che dietro questo attacco dei Ds a Nigrotti ci sia altro.
Ad esempio un accorpamento della Ciip Spa con Acea Spa o con Hera Spa. Due multi utilities anche dell’acqua, quotate in borsa. O con altre multi utility magari da quotare in borsa.
Fantasie? Non tanto. Si invita a leggere i seguenti editoriali de Il Sole 24 Ore del 27 dicembre 2007, pagina 33; del 31 dicembre 2007, pagina 24 e del 3 gennaio 2008, pagina 33.
Si scoprirà che le multi utility, a partire dalle già quotate in borsa, sono alla ricerca di nuovi mercati. E si scoprirà che l’acqua è, non a caso, la più appetita.
Andrea Mangoni, vertice Acea, dopo aver discettato sul gas e su elettricità rivela il sul suo vero, grande, amore: l’acqua. Il gas è un bene esauribile. Non altrettanto l’acqua. Il vero business è l’acqua. Le “attività regolamentate (distribuzione di elettricità, gas e attività di gestione di acquedotti, fognature e depurazione)”, dichiara: “rappresentano una componente rilevante all’interno del nostro business”.
Negli altri due numeri de Il Sole, si legge delle operazioni che, insieme ad Acea spa di Roma, stanno facendo Hera Spa di Bologna, Iride spa di Torino e Genova, A2A di Genova e Brescia. E altre ancora, come l’Acsm Spa e Agam di Monza. Tutte quotate in borsa e tutte alla ricerca di prede per tenere alte le rispettive quotazioni. Tutte, guarda caso, con pacchetti azionari che comprendono il servizio idrico.
Si sa dei recenti mercanteggiamenti di Acea con società del servizio idrico della Toscana. O dell’accorpamento ad Hera di una multi utility nel Pesarese. E altro ancora.
Si sa che nel 2007 la finanziaria aveva stanziato oltre 200 milioni di euro per le reti idriche. Si è letto della sola Regione Emilia che vi ha attinto. Non si sa nulla della Regione Marche. Certamente non della nostra Ato 4 Marche.
I soldi ci sarebbero. Solo che, avendo trasformato i Consorzi Idrici in Spa, cioè avendo accettato di ‘competere’ e rinunciato alla fiscalità generale e ai finanziamenti pubblici, considerati gli elevatissimi costi per la gestione complessiva del Servizio Idrico Integrato (di cui fanno anche parte, cosa che non viene mai detta, anche le fognature), le polemiche tra Luciano Agostini, l’avv. Gionni e il sindaco di Offida D’Angelo, da una parte (Pd), e, dall’altra (Pdl), l’avv. Castelli, il Sindaco Celani, l’On. Ciccanti e il Presidente Nigrotti, nascondono, in realtà, altro. Ma nessuno ne parla. Neppure, sembra, le Associazioni a difesa dei consumatori.
O si torna al Consorzio Idrico del Piceno o la Ciip Spa, non trovando i soldi per gestire il SII, è costretta a vendere il tutto a un acquirente. O si torna a un vero Ente strumentale dei Comuni e a vere gestioni partecipate, o l’acqua finisce a una multinazionale.
5 gennaio 2007 Luigi avv. Meconi (segretario comunale in disponibilità – agenzia di Ancona)