House Warming ’08, via Duprè 65, Padova
A distanza di qualche giorno ripenso allo scorso sabato sera, ad un’ordinaria casa in cui ho avuto modo di confrontarmi con una diversa concezione ed esposizione dell’arte, l’house warming. Idea nata e diffusa negli ambienti newyorkesi, Gabriele d’Agaro è l’unico artista in Italia ad averla esportata, aprendo le porte della sua dimora per ospitare una peculiare rassegna di quadri e sculture, a chiunque sia interessato. All’ingresso, vengo travolto da una sensazione di imbarazzante fascino per il contesto: la musica psichedelica anni ’80 e le opere di diversi artisti esposte nelle differenti stanze donano un’altra veste all’abitazione, originando una fucina creativa di idee e pensieri. La stessa cucina muta in un breve racconto della scrittrice Alessandra d’Agostino, i cui frammenti, scompostamente appesi lungo le pareti, riconducono i lettori a diverse ricostruzioni. Nella casa, l’arte si trasforma in veicolo creativo, in grado di riunire individui differenti -che forse non si sarebbero mai incontrati- sotto un unico tetto, col solo fine di fare amicizia e condividere i propri pensieri e le proprie idee. In compagnia di un bicchiere di vino e qualche fetta di salame, pittori, registi, scultori, musicisti e scrittori intrecciano i loro pensieri, articolandoli in dialoghi che si snodano tra il serio ed il faceto, tra Cattelan e gli effetti benefici del vino, tra Marsilio Ficino e le risate per le vignette di un caricaturista. Ed in questo fluire di incontri, il pensiero si sposta automaticamente alle poche inaugurazioni a cui ho avuto modo di partecipare in gallerie, rendendomi immediatamente consapevole del diverso approccio di concepire l’opera d’arte: non più considerata solamente un mero oggetto da esposizione, rappresenta un’idea e il principio di un dialogo costruttivo, restituendo all’artista la sua funzione culturale, non più circoscritta a tayloristico strumento economico della galleria. Ai discorsi aridamente economici e stilistici di una dozzina di clienti del mercante d’arte, si contrappone il continuo andare e venire di persone che danno vita ad un’atmosfera di conviviale condivisione di idee e pensieri, al solo fine di confrontarsi e trovare stimoli per creare qualcosa di nuovo, senza perdere la propria autonomia intellettuale. Uscito dalla casa sicuramente più arricchito di quando sono entrato, il ringraziamento è tutto diretto al mascalzone padovano Gabriele d’Agaro.
Mario Mauro
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