Non ci interessa la comprensione della On.le Rita Bernardini, ci interessa che i parlamentari dimostrino una buona volta di sapere con chi hanno a che fare quando parlano di mafiosi e di capi mafia.
Conosco benissimo la legge che regolamenta il 41 bis, so bene che in nome della non tortura, ovvero il soggetto non può essere recluso perché parli, altrimenti si ledono i suoi diritti, il nostro 41 bis fa acqua da tutte le parti, è per questo che da sempre insistiamo che si abbia il coraggio di scrivere una legge più adatta a contrastare lo strapotere mafioso e che la detenzione a norma di 41 bis deve cessare solo con la collaborazione del soggetto recluso. Noi la vediamo così ed è un modo di vedere differente da ciò che dice la legge vigente..
Per quanto riguarda ciò che prevedono i pronunciamenti del Comitato Europeo per la prevenzione delle torture, siamo sempre chiarissimi in proposito, il 41 bis non è una tortura come lo si vuole far apparire, ma un modo di isolare i mafiosi in carcere da quelli ancora all’esterno e a piede libero; per intenderci per isolare Riina e Provenzano da Matteo Messina Denaro.
Se l’Europa e pare anche l’Italia temono la coercizione, allora sarebbe meglio che chi di dovere si leggesse tutti gli atti processuali di Firenze per le stragi del 1933 e poi forse potremmo riparlare del concetto di democrazia .
Applicare il 41 bis ai mafiosi rei della strage di Firenze non vuol dire che lo Stato democratico deve mettersi sullo stesso piano di disumanità e crudeltà degli spietati criminali che deve combattere e rendere inoffensivi, vuol dire battersi per la democrazia stessa, quella democrazia che ora non c’è proprio perché i mafiosi, rei di crimini gravissimi, non vengono tenuti nel giusto regime carcerario.
Speriamo davvero che la notizia del ritorno del carcere duro , del 41 bis, sull’Isola di Pianosa sia fondatissima , Pianosa in passato penitenziario con detenuti a “carcere duro”, è quanto si meritano i mafiosi rei delle stragi del 1993.
Non possiamo che criticare quanti in Parlamento nascondendosi dietro al dito dello sviluppo turistico per l’isola di Pianosa, come la Deputata del PD Silvia Velo, antepongono argomenti di nessuna importanza come i 12.500 visitatori all’isola dell’arcipelago toscano per l’anno 2007, davanti allo strapotere mafioso che ogni giorno esce dalle carceri di tutta Italia.
Si è ben visto,lo Stato non riesce a garantire un serio carcere di “41 bis”, necessario come il pane per tenere a bada la mafia stragista, e solo Pianosa e l’Asinara tanto odiate da “cosa nostra”possono essere la soluzione al problema
Diciamo alla parlamentare che attualmente non c’è e non ci sarà nessun sviluppo economico ne per Pianosa , ne per l’Italia intera e che il tanto declamato Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sarà terra di mafia come tutto il resto del Paese , se Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e quant’altri potranno ancora dettare legge dal carcere inviando pizzini e messaggi a Matteo Messina Denaro e ai suoi degni compari che stanno fuori dai penitenziari a latitare.
Tutto questo noi lo sappiamo bene, visto che l’ordine ultimo di massacrare i nostri parenti in via dei Georgofili il 27 Maggio 1993 è uscito dal carcere.
La politica la deve smettere di fare solo ed esclusivamente gli interessi dei politici e iniziare a liberare una volta per tutte i cittadini dal giogo mafioso, dichiarando guerra alla mafia.
Solo così si potrà davvero tornare un giorno a trasformare Pianosa e Asinara in oasi di pace; ma non ora ,non è possibile perché i nostri morti sono ancora caldi e senza giustizia.
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili