Un focus group sull’identificazione delle vittime di tratta Prima esperienza in Europa formalizzata a Teramo: formazione congiunta in progress
TERAMO, 2007-02-28 - Un importante momento di riflessione e confronto quello che si è tenuto stamane all’interno della facoltà di scienze politiche dell’Università degli Studi di Teramo nell’ambito del un focus group su “Azioni e procedure di raccordo multi-attoriale per l’identificazione e la tutela delle vittime di tratta”.L’iniziativa, organizzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo e dall’ Associazione On the Road nell’ambito del progetto Agis, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle Forze dell’Ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza) non solo del territorio teramano ma anche delle province di Pescara, Chieti ed Ascoli Piceno. La rilevanza del momento è stata sottolineata proprio da tale significativa partecipazione che ha dimostrato come ci sia un forte interesse verso la tematica affrontata.Durante il focus group si è dibattuto sulle condizioni degli esseri umani oggetto di tratta. Essi infatti, partendo dai Paesi dell’Europa dell’Est, dall’Africa, dall’America Latina, dall’Asia alla ricerca di una vita migliore, cadono nelle maglie di reti criminali, che a volte sembrano offrirsi solo per prestare un servizio di trasporto, e che invece lucrano su di loro attraverso lo sfruttamento sessuale, il grave sfruttamento lavorativo, il lavoro forzato, ma anche forzandoli all’accattonaggio e ad attività illegali quali i furti o lo spaccio di sostanze stupefacenti. La complessità del fenomeno richiede pertanto interventi di contrasto specifici, essendo insufficiente l’ordinaria attività di controllo e di rilevazione delle condotte illecite da parte delle forze dell’ordine. Le linee guida elaborate dagli organismi europei ed internazionali sottolineano ormai la necessità che il contrasto sia operato dagli enti direttamente competenti (Magistratura, Forze dell’Ordine, Servizi Sociali, Enti Non Profit Accreditati) attraverso azioni integrate, pur nella distinzione dei ruoli, orientate sul duplice collegato fronte di: tutela delle vittime e repressione dei reati e punizione dei responsabili.Da qui la difficoltà nel riuscire ad identificare le vittime di tratta da parte degli operatori delle forze dell’ordine e la necessità di arrivare ad una metodologia comune.Molta attenzione è stata quindi dimostrata verso il protocollo tra l’ Associazione On the Road ela questura “Protocollo per l’identificazione e l’approccio alle possibili vittime di tratta”. L’ accordo è stato molto apprezzato non solo dai rappresentanti degli altri territori ma anche a livello internazionale costituendo un’esperienza avanzata da validare in altri ambiti come buona prassi.In questo contesto, oltre all’ identificazione delle vittime, è risultato come sia importante informarle sui loro diritti, a indurle ad emergere, ad assisterle e proteggerle con gli strumenti di legge esistenti ed anche a ricavarne le notizie utili per la punizione dei trafficanti.Nel dibattito è emersa quindi l’importanza del metodo multi-agenzia, sollecitato anche nelle diverse raccomandazioni internazionali, da sviluppare in sinergia con i vari enti secondo un circuito di coordinazione e collaborazione continua, consapevole delle rispettive esigenze e difficoltà.Dal focus è inoltre scaturita l’esigenza di perfezionare le procedure di contatto con le vittime e di elaborare schemi predefiniti e condivisi di intervista delle stesse.
Gli esperti ed i referenti presenti hanno sottolineato con forza la necessità di formalizzare anche le prassi utilizzate nei altri territori al fine di giungere ad un vero processo condiviso e ragionato.