Lettera al Presidente della Commissione Parlamentare antimafia: dichiarazione di Pio Rapagnà ex Parlamentare abruzzese
Ho inviato al Presidente della Commisione Bicamerale antimafia On. Forgione una lettera con la quale, alla luce di gravissimi fatti criminosi, amministrativi, giudiziari ed ambientali, verificatisi nella nostra Regione, senza alcuna “reazione concreta” della casta politica, dimostratasi di non essere all'altezza della situazione e del durissimo scontro in atto su legalità, moralità e costo della politica in Abruzzo, rinnovo la richiesta di una approfondita visita ispettiva nella nostra Regione.
Gli allarmi riguardanti l'Abruzzo raccolti nella relazione finale al Parlamento dopo la visita effettuata nel 1993 dalla stessa Commissione, non furono allora e non sono state tenute sino ad oggi nel debito conto, mentre è rimasta “lettera morta”, le denuncia dell'allora Procuratore della Repubblica di Pescara Dott. Enrico Di Nicola il quale, nel corso dell'audizione, parlava della presenza in Abruzzo di “una illegalità diffusa a livello economico con un giro di affari miliardario e una illegalità amministrativa in un'area che assorbe il 70 per cento dell'attività complessiva della regione”.
Il grave allarme, lanciato quasi in completa solitudine dal Procuratore di Pescara, meritava certamente “una più puntuale attenzione da parte dello Stato per non doversi trovare, nel giro di un quinquennio, in una situazione terribile”.
Nel mentre gli Organi di Informazione più influenti e la Società Civile, in piccola parte impegnata nei vani tentativi di contrasto, si sono misurati inutilmente con il tentativo lodevole di superare la “latitanza della politica”, la nostra Regione sembra preda di una avanzata disgregazione sociale e disattenzione civica, quasi fosse rassegnata ad assistere alla penetrazione pacifica e definitiva della mafia, della criminalità e della illegalità economica ed amministrativa nelle sue varie e specifiche manifestazioni locali.
In pochi, e purtroppo anche abbastanza isolati, in questi anni, abbiamo preso in seria e dovuta considerazione le autorevoli dichiarazioni rilasciate in “occasioni istituzionali” dal Presidente della Commissione antimafia On. Forgione, dal Dott. Prestipino, dal Procuratore nazionale antimafia Dott. Grasso, dal Procuratore capo di Pescara Dott. Trifuoggi e da altri autorevoli esponenti politici, magistrati, noti giornalisti e scrittoridi punta, invitati più volte a parlare in Abruzzo della mafia, della criminalità e della legalità.
La illusione di “isola felice” è stata smentita dai fatti ed oggi ci troviamo a scontrarci con un rallentamento della tensione morale e ideale, un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita, della prevenzione e della coesione sociale, mentre la "mancanza di controllo e di informazione", di efficaci interventi di contrasto, di prevenzione e repressione, hanno favorito il verificarsi di piccoli e grandi “eventi catastrofici” provocati da dissesti edilizi, urbanistici ed idro-geologici, incendi mirati e di vaste estensioni, inondazioni e allagamenti non previsti e non prevenuti, altissimi costi impropri e sprechi della politica e degli enti strumentali della Regione, delle Province e dei Comuni.
In tale contesto, rispetto alla mia richiesta di una nuova visita ispettiva della Commissione antimafia, trovo sorprendente il silenzio assorto di molti Parlamentari eletti in Abruzzo, del Presidente del Consiglio Regionale Marino Roselli e dei Gruppi Consiliari, del Presidente della Regione On. Ottaviano Del Turco (tra l'altro già apprezzato Presidente della stessa Commissione) e anche di tanti altri politici abruzzesi: se questa benevola presa di distanza, “fa paura, intimidisce e spaventa” perfino uno come me, figuriamoci quale giudizio si faranno la società civile organizzata e gli altri Cittadini abruzzesi.
( * ) ex Parlamentare
Movimento Regionale “Città per Vivere”
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Roseto degli Abruzzi, 20.10.2007