ovvero: Meglio la pastella o l´impanatura per il potere dei nuovi-barbari?
di Sara Di Giuseppe
Piazza Arringo: piazza storica tra le più pregiate e belle al mondo diviene mangificio di "Fritto misto all´italiana", invasa da gazebone-con-uso-cucina più grande di lei, che ingoia le ottocentesche fontane incalzandone le basi con unticce pedane, sbattendoci sopra robusti grovigli di cavi e quadri elettrici; che infila un simil-preservativo in punta di coda al pesce bronzeo che bucherebbe il tendone; che erutterà nei giorni del magna-magna sfrigolanti fumi sulla facciata dell´Arengo da poco restituita al suo elegante splendore ( pozza affumicare per bene Sindaco & C).
Lanzichenecco assalto che tra preparativi, evento e smontaggio - raddoppiando la superficie rispetto alle edizioni precedenti - violenta per settimane l´indifeso sito. E camion in carico-scarico e puzza e smog e frastuono... Depressi perfino i vigili [loro che a ogni odor di parabrezza ringiovaniscono di contentezza ] impotenti oggi davanti a tir, camion, furgoni a spasso per piazza e dintorni con licenza di far tutto. Prove muscolari da grande fiera. Horror d´alta scuola. Valeva la pena cacciare le auto per far posto a quest´iradiddio... Allora, per la prossima edizione si abbatta il Duomo chè si guadagna spazio. Via anche il Battistero, due ruspe et voilà! L´ottimo parroco se ne farà una ragione. Già protestò ahilui, e fu ignorato, per la natalizia pista ghiacciata. E´il mercato, bellezza. La stampa inneggia, "stregata" dall´en plein turistico. Non s´accorge, non vede. Non so non c´ero e se c´ero dormivo. Meglio velinare. Come da copione, come da sempre.
Povera Piazza Arringo, povero Chiostro di S.Francesco-Restaurant, povera Ascoli in mano a `sti amministratori, responsabili e complici dell´indegno scempio. Le ventose che li incollano alle poltrone impediscono agli inquilini di Comune e Provincia lì presso di affacciarsi a vedere? Tutto per qualche albergo pieno. Ma il decoro dei luoghi d´arte? Chi li salva dal caos mordi e fuggi, dal zozzo, dal danno, dal gran rutto della sagra mangereccia? Pensare che lungochiomato Sgarbi s´incazzò per l´ignorante restauro delle scale di Palazzo dei Capitani...
Meno saporiti, fritti misti di paranza e pipazzi cruschi e gnocchi fritti, se cucinati in luoghi non così preziosi antichi e fragili? Meno gustosi se offerti in spazi "moderni", non "sensibili", ariosi (magari verdeggianti), certo più idonei al gioioso pagano turismo mangiatorio?
Schizofrenia del potere che ( intorno a eventi degni come SaggiPaesaggi ) pomposamente scrive "La capacità di ridurre le azioni distruttive e di consumo del territorio a favore di quelle positive, di recupero e valorizzazione delle sue qualità, esprime la maturità democratica e la vitalità innovativa del sistema locale" (Massimo Rossi Pres.Prov.AP - Olimpia Gobbi Ass.BeniCult.Prov.AP ).
Davvero? Viva la coerenza. VERGOGNA.
Povera Ascoli. Bella e impossibile. Davvero sei fritta.
Grottammare, 28.04.´08 Sara Di Giuseppe
La replica di Olimpia Gobbi (Ass. BeniCult. Prov. AP)
Gentile Sara Di Giuseppe,
le confesso che anch'io provo profondo disagio ogniqualvolta, entrando in Piazza del Popolo o in Piazza Arringo, trovo sconvolta la loro meravigliosa visuale architettonica dalla presenza di gazebo o di invadenti installazioni di vario genere.
Le assicuro che eguali sentimenti provano molti altri cittadini e turisti che si trovano a registrare con disappunto queste modalità improprie di valorizzazione dei luoghi.
Dal mio punto di vista l'incoerenza non attiene il fatto che contesti architettonici di tale valenza storico-artistica ed urbanistica diventino luogo "della sagra mangereccia"; penso infatti che anche l'enogastronomia sia cultura, portatrice di un senso antropologico e sociale senza il quale non si possono leggere e comprendere nemmeno i beni culturali tradizionalmente percepiti come "alti". L'incoerenza sta invece, a mio parere, più che nell'incontro fra arte e cultura materiale nel fatto che, attraverso queste operazioni, la cultura materiale occulti l'arte. Infatti, l'assetto complessivo delle due piazze, così come del chiostro di San Francesco, scompare attraverso l'inserimento di strutture che "arrogantemente" si sovrappongono e sconvolgono la personalità e l'equilibrio di quegli spazi: penso dunque che, non soltanto il "fritto misto" ma anche i gazebo dei vari mercati, mercatini, mostre dovrebbero trovare un'altra localizzazione e che persino le tende e i tavoli dei bar dovrebbero essere scelti, nei materiali e nei colori, in modo più attento e coerente con il contesto: e che dire, inoltre, di altri spazi bellissimi della città, prospicienti le straordinarie facciate di monumenti romanici, di fatto utilizzati come parcheggi?
Purtroppo una buona parte degli amministratori e degli abitanti non percepisce tali installazioni e tali usi come negative invadenze; eppure, ce lo insegnano tutte le esperienze e gli studi più recenti, la costruzione degli spazi e dei paesaggi è un fatto prevalentemente percettivo. Dunque occorre impegnarsi perchè si diffonda una percezione più matura dei luoghi, una consapevolezza che non può restare circoscritta a minoranze vissute come marginali ed elitarie. Ben venga perciò il dibattito pubblico, a cui Lei, con la Sua sensibile analisi e acuta scrittura, ha dato un significativo contributo e ben vengano, soprattutto, le azioni di sensibilizzazione e formazione delle popolazioni (amministratori e cittadini).
Con tali finalità nasce il progetto provinciale Saggi Paesaggi: nessuna schizofrenia del potere e nessun pomposo e vuoto enunciato; bensì un percorso che, in coerenza con quanto dispongono gli articoli 5 e 6 della Convenzione Europea del Paesaggio, ha messo in campo:
1. il Festival Saggi Paesaggi per sensibilizzare le popolazioni ai valori dei luoghi e dei contesti di vita;
2. interventi di formazione ai valori del paesaggio destinati a professionisti (geometri, architetti, ingegneri) ed amministratori;
3. perfezionamento degli strumenti tecnici ed urbanistici volti a ridurre il consumo di territorio ( coraggiosa ed innovativa variante del Piano di coordinamento Territoriale provinciale);
4. un progetto pilota di copianificazione territoriale nella Valdaso, una delle aree più conservate specie nei valori del paesaggio rurale.
Per fortuna (credo) le democrazie mature sono sistemi di poteri diffusi in cui i diversi livelli di governo hanno funzioni e spazi specifici, ma proprio per questo limitati. La destinazione d´uso degli spazi urbani spetta agli organi comunali; rispetto a quanto sta accadendo nel centro storico di Ascoli Piceno, in qualità di cittadina, non posso che condividere pienamente con Lei le Sue rimostranze; in qualità di assessore provinciale alla cultura e ai beni culturali, non posso che impegnarmi ancora di più per la piena realizzazione delle finalità e degli obiettivi previsti dall´articolato progetto Saggi Paesaggi, affinché la posizione che lei esprime e che, ripeto, mi trova pienamente d´accordo, venga ampiamente condivisa ed accolta. 29/04/2008
Olimpia Gobbi
Gentile signora Olimpia Gobbi,
la ringrazio per la risposta. Di solito non risponde nessuno... o almeno non in modo così garbato.
Ma: la Provincia, in manifestazioni del genere, non mette "firme"? Sono certa di sì.
Non mettetele, dunque. Un assessorato importante come il Suo potrebbe tirarsi indietro, fare comunicati prima che si scateni il finimondo, inviare qualche "velina" di altro tono ai giornali (tanto quelli non se ne accorgono...), svegliare le Sovrintendenze, le altre autorità, le Italienostre, gli "ambientalisti", le associazioni dormienti... Tutti quelli che alla fine si scoprono ghiotti di fritto. 29/04/2008
Sara Di Giuseppe
29/04/2008 - IL RIPETERSI CICLICAMENTE DI ALCUNE MANIFESTAZIONI E' COME
L'ALTERNASI DELLE STAGIONI E QUINDI LE POLEMICHE RITORNANO,
COME LE RONDINI A PRIMAVERA.
LA VERVE CRITICA DI SARA DI GIUSEPPE, NON PERDONA, LEI
OSSERVA ED EVIDENZIA E MOLTE VOLTE APPROVA CIO' CHE VEDE.
SARA DI GIUSEPPE, NON FA PARTE DI NESSUNA PARROCCHIA,
PARTITO NE TANTOMENO DEL CIRCOLO DELLA CACCIA, QUINDI QUELLO
CHE PENSA, SCRIVE, ESERCITA UN DIRITTO DEMOCRATICO ED
INALINABILE IN OGNI CONSESSO CIVILE. PECCATO CHE POCHE PERSONE
ESERCITANO E PRATICANO CON LA SUA COSTANZA CENSORIA.
ALL'ASSESORE VORREI RICORDARE CHE RIFARSI A NORMATIVE
EUROPEE, PER SANARE IL TERRITORIO DEGLI SFREGI FATTI NEL
PASSATO, PUO' ESSERE SOLO UN PARACADUTE, SE PER IL FUTURO NON
SI CAMBIA MODO DI OPERARE, SE IL MITO DEL ETERNO SVILUPPO
NON VIENE MESSO IN DISCUSSIONE, SE IL MITO DI MANIFESTAZIONI,
FESTIVALS, CONVEGNI, POSSA RI-FORMARE TESTE E PENSIERI GIA'
SVASATI, E'PER ME UN PERCORSO CHIMERICO E SENZA POSSIBILITA'
DI RIUSCITA.
A PROPOSITO COME SI FA' A RICONDURRE GEOMETRI (i veri
pianificatori delle terre picene) ARCHITETTI, INGEGNERI ED
AMMINISTRATORI NEI PARAMETRI DEL POSSIBILE, SE I COMMITTENTI
SONO FAMELICI, SIA PUBBLICI CHE PRIVATI?
ALTRA QUESTIONE CHE MI TROVA PIENAMENTE D'ACCORDO SULLA
OTTIMA CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO AGRICOLO E PAESAGGISTICO
DELLA VALDASO PERO', C'E' SEMPRE UN PERO' PERCHE OGNI ANNO
ALLE FOCI DELL'ASO L'INQUINAMENTO E MAGGIORE DI QUALSIASI
ALTRO TRATTO DI COSTA?
emidio girolami libraio
Annettendo Ascoli Piceno al suo 'patrimonio', l'UNESCO potrà davvero svecchiarsi.
Basta con città imbalsamate e noiose, basta con siti poco globalizzati, basta con spazi seriosi e poco mangerecci...
Il Comune di Ascoli Piceno, con l'intuizione del 'Fritto misto sotto i monumenti' sarà d'esempio.
Vero che la Provincia di Ascoli (forse) non ha gli stessi gusti, ma tanto non conta niente (già tagliata in due, presto Berlusconi la sopprimerà).
E guai a chi dice che il fritto fa male...
Grottammare (AP) 30.04.'08 Sara Di Giuseppe