IL PERU' DI SERENA
Il terremoto in un paese in via di sviluppo/35
31/8/2007 - In situazioni come queste ci si rende conto ancora di più di come i problemi sociali nei paesi in via di sviluppo si amplifichino in situazioni di emergenza. Non è vero che le “disgrazie” o le calamità naturali colpiscono ricchi e poveri senza discriminazione: in Perù, perlomeno, le differenze si fanno più forti.
A Lima, ad esempio, nei quartieri marginali di Pachacamaq, Villa El Salvador, Barrios Altos e Rimac, alcuni edifici sono crollati. Molte erano abitazioni di terra e stuoie (ce ne sono molte nelle zone più povere), altre erano costruite sulla sabbia senza vere e proprie fondamenta. In quartieri come San Juan de Miraflores, Villa Maria del Trionfo, Vitarte, Los Olivos luce e telefono non funzionavano e l’acqua è tornata dopo due giorni.
Dove vivo io, San Borja, tutto è rimasto normale. Perché è così che succede nelle zone ricche, le intoccabili.
Nelle città più colpite dal sisma come Ica, Chincha, Pisco e Canete, la maggior parte delle abitazioni, degli ospedali, delle scuole e delle chiese sono crollate. Fortunatamente a quell’ora molti ragazzi erano già usciti dai collegi. La catastrofe è comunque gravissima.
Da subito nasce una risposta immediata della popolazione: iniziative di collette di vestiti invernali, coperte, cibo, acqua e medicinali circolano su Internet, così come codici di conti correnti ai quali poter inviare soldi. Dopo alcuni giorni la situazione sembra sempre più drammatica: gli aiuti non arrivano, le compagnie di trasporti aumentano i costi dei biglietti per andare al sud, approfittando dell’apprensione delle persone che vogliono andare a soccorrere i propri familiari, alcuni funzionari sono sorpresi con alcune casse di aiuti, la maggior parte di viveri è bloccata nella strada o nei depositi delle grandi città per mancanza di coordinazione. Il Presidente della Repubblica il giorno dopo la catastrofe pronuncia un discorso infelice, dove esprime felicità per le dimensioni ridotte della tragedia. Solo due giorni dopo proclama tre giorni di lutto nazionale. Molte persone restano senza acqua e cibo per vari giorni. La gente disperata inizia ad assaltare farmacie e negozi di generi alimentari. Molti negozianti hanno triplicato il prezzo di riso e acqua, la solidarietà di cui si parlava tanto sembra solo una parola, niente più. I giornalisti, che dalle prime ore della disgrazia sono in cerca di scoop e di audience come avvoltoi, intervistano persone disperate che hanno perso famiglia e casa nel terremoto.
Articoli e interi giornali iniziano a parlare di mala gestione da parte dello stato e della protezione civile. Una forte critica è diretta alle antiquate infrastrutture ed abitazioni del Perù, spesso conseguenze di manovre di corruzione o di un inappropriato uso della spesa pubblica, che non arriva mai alle fasce più povere della popolazione, le più deboli in ogni situazione. Altra critica è rivolta alla disorganizzazione degli aiuti, molti dei materiali e viveri raccolti non sono stati distribuiti o per un mancato coordinamento delle alte sfere o perché si sono fermati nei grandi centri senza raggiungere i piccoli paesini che sono ancora abbandonati a loro stessi.
Io, in tutto questo, mi preoccupo di avvertire a casa che sto bene e cerco di vedere cosa posso fare. Con i colleghi dell’ufficio ci organizziamo per donare sangue e per raccogliere vestiti e cibo a lunga conservazione. In ospedale ci dicono che il sangue per ora non serve: nei luoghi terremotati non c’è ancora elettricità, non ci sono frigoriferi per poter conservare il sangue, non c’è combustibile per poter alimentare i gruppi elettrogeni. Un disastro.
La ONG italiana attraverso cui sono venuta qui sta facendo molto: tanti suoi lavoratori sono già a Tambo de Mora, una delle cittadine più colpite, ad aiutare nella distribuzione di aiuti e nella ricostruzione.
Mi sembra di poter fare di più.
Un mio amico il fine settimana scorso è stato ad Ica, sua sorella che vive in quella città ha perso la casa ma fortunatamente sta bene. Mi ha mandato alcune foto, che a mia volta vi invio. (da provincia.ap.it)
Serena D'Angelo
------------------------------------- Proprio per aiutare le popolazioni che si trovano in difficoltà dopo il sisma che Serena ci ha raccontato, pubblichiamo il seguente appello di solidarietà:
AIUTACI AD AIUTARE IL PERU' Ascoli da Vivere aiuta la Famiglia della Piccola Locanda di Cusco a raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal terremoto in Perù
Mercoledì 15 agosto 2007, ore 18:40 ora locale, un sisma di 7,5 gradi della scala Richter con epicentro a sessanta chilometri dalla città di Pisco devasta la zona costiera a Sud di Lima. Chincha, Pisco, Ica le città più colpite. Sinora dichiarati più di 500 morti, quasi tutti nella regione di Ica, più di 1000 feriti, con 34.000 famiglie danneggiate. Di fronte alla tragica situazione di migliaia di persone rimaste senza tetto, Ascoli da Vivere ha scelto di aderire ad un’operazione di aiuti diretti alla popolazione di Pisco gestita dalla Famiglia della Piccola Locanda di Cusco in collaborazione con l'associazione di volontariato Urubamba ed altre realtà esistenti in Perù da diversi anni. Grazie a questa operazione i fondi raccolti potranno essere velocemente convertiti in aiuti concreti ed inviati a destinazione, come già fatto nei giorni scorsi attraverso due fuoristrada condotti da quattro volontari. Le donazioni pro-terremoto potranno essere effettuate direttamente nel conto italiano della Famiglia della Piccola Locanda (di Matteo Achilli, Emanuele Riga) oppure nel conto di Ascoli da Vivere. Sottolineiamo che una donazione diretta sul conto della Piccola Locanda permetterà in tempi molto minori (e quindi più efficaci) di poter acquistare gli aiuti per la popolazione colpita dal sisma.
Al Seguente Link è possibile vedere le foto inviate direttamente dal Perù, dei primi soccorsi partiti dalla città di Cusco: http://tinyurl.com/28pp4m
I conti correnti sui quali potete donare sono: C/C FAMIGLIA DELLA PICCOLA LOCANDA: Matteo Achilli - Emanuele Riga Banco di Credito Cooperativo di Barlassina, Agenzia di Saronno C/C 000008801272, ABI 08374, CAB 50520, CIN V CAUSALE: Aiuti terremoto/AdV + propria mail (la sigla AdV -Ascoli da Vivere- serve per capire da quale realtà coinvolta arrivano le donazioni e la propria mail se volete ricevere un resoconto dei soldi ricevuti e spesi)
C/C ASCOLI DA VIVERE: Ascoli da Vivere Banca Picena trentina, Filiale di Stella di Monsampolo C/C 00905, ABI 08332, CAB 69490, CIN H CAUSALE: Aiuti terremoto + propria mail (se volete ricevere via mail un resoconto dei soldi ricevuti e spesi)
Qualsiasi donazione sarà importantissima per far fronte all’emergenza di questi giorni. Saremo presenti per raccogliere fondi anche il 31 agosto alla festa FirstYearAndBornParty al Boh Bar (parco dell'Annunziata) I siti sui quali pubblicheremo aggiornamenti sulla situazione delle zone colpite al sisma e sulle nostre iniziative: www.peruetico.com www.ascolidavivere.it
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