Sulla stampa di oggi campeggiano notizia e grandi foto, pure a colori.
“Mazzagufo arrestato”. Sbattuto in prima pagina.
Poliziotti in ieratica posa con le 3 bottiglie d’ acqua minerale/benzina e il “candelotto” di silicone ben in mostra..
Così è se vi pare. Pirandello ci sguazzerebbe. Velinari-fotografi-cronisti in allegra compagnia, purchè sia scoop non fa differenza. E allora la foto è quella di quando si becca – per caso - un traffico d’armi o di droga o una base di terroristi o il quartier generale di Al Qaeda o il Bin Laden-sì-proprio-lui: in primo piano tutta l’armeria o la santabarbara o i sacchi di povere bianca e le forze dell’ordine che indossano la faccia delle grandi occasioni.
Per Mazzagufo uguale. Così il lettore medio plaude in cuor suo alle forze dell’ordine che “catturarono” il pericoloso individuo, il folle che tentò l’insano gesto…
Conosco Elvio quasi da sempre. Mai incrinata negli anni l’incondizionata stima: gran lavoratore, onesto geniale e generoso, dalla profonda ma anche solare e scanzonata umanità.
Per cui mi rivolto contro l’indecente modo di “informare”, “assicurare”, “lapidare” di molta stampa. Chi passa guarda, leggicchia, ci crede, quella è la verità. Pirandello, dicevo.
L’affare Fish: pur senza strumenti per entrare - e capirci - nei dettagli tecnici, la conosco come storia che disonora le istituzioni locali e regionali.
Storia di licenze concesse e revocate, battaglie politiche, controlli-blitz ai limiti di legalità e decenza, lotte maggioranza/opposizione, strumentalizzazioni di capitanerie/vigili/asl e chissà quanti altri.
Intrecci abbarbicatisi come mortiferi parassiti intorno alla micro-struttura Fish (bellissima, insolita nell’agghiacciante panorama della neo-edilizia grottammarese e verdepicena). Un impianto tra i sassi del mare, un’iniziativa che “rischiava” di dare (piccolo) lustro a questo pezzo di riviera votato all’assalto di palazzinari, affaristi, politici di ogni risma. Un gioiellino per niente abusivo che, se vi si è investito, è stato aperto, vi si è lavorato, sarà pure perché permessi e licenze c’erano.
Una storia che ha travolto come la tempesta de “ I Malavoglia” la barca di Elvio e il suo carico di lupini: spirito d’iniziativa, voglia di spendersi mettendo a disposizione di tutti una lunghissima esperienza di uomo di mare che il mare ha vissuto e amato da sempre con tutto il rischio e la fatica.
Una storia che continua pericolosamente a sballottolare qua e là lui e i suoi famigliari…
Ma lo sappiamo: “all’aria vanno i cenci…”.
Di questo siamo tutti corresponsabili: politici e amministratori con i loro squallidi giochi di potere e d’ignoranza; informazione drogata che antepone il sensazionalismo al giornalismo vero; l’inerzia di tutti noi – per niente cittadini – incapaci di indignarci per le nostrane “valanghe di immondizia” (scempi edilizi, abusi e abusivismi di ogni razza e categoria). Anestetizzati al brutto, all’arrogante, all’indecente di ogni giorno, restiamo a guardare l’onestissimo e impulsivissimo Elvio rimbalzato per mesi, anni, tra uffici di ogni tipo, in un percorso che differisce dal kafkiano solo nel non essere finzione letteraria…Se alla fine salta il tappo, di chi la colpa?
Come il personaggio Josef K., Elvio è vittima incolpevole. Più forte – e colpevole - è il POTERE .
Adesso se ne parla al bar, per strada, in spiaggia. Si ricama. A bassa voce, si capisce. Mormorio che è risacca inutile, complice, colpevole, qualunquista, parassita. Rivalsa vigliacca dopo le invidie.
Conviene a tutti non esporsi, non impicciarsi. Che il vapore vada dove pochi – i soliti - hanno deciso.
Solidarietà e partecipazione. Ma va’….
Grottammare 22.05.'07 h 15 Sara Di Giuseppe
2007-05-22 - Riportiamo il commento della moglie di Elvio Mazzagufo e vicesindaco di Grottammare, Maria Cristina Costanzo, che questa mattina ha rassegnato le dimissioni dall'incarico.
’Il gesto disperato fatto da Elvio ieri è il risultato di un lungo tormentato periodo legato a quello che voi avete sempre definito come "il caso Fish".
Esposti, ricorsi,denunce, rallentamenti burocratici nonostante la regolarità ,lo hanno oppresso per anni fino all'esasperazione. Giunti a questo punto ho ritenuto indispensabile un mio allontanamento dal ruolo politico ricoperto finora per salvaguardare la mia famiglia. Dopo quest'ultima grave vicenda, non posso più chiedere ai miei familiari di sopportare le conseguenze che scaturiscono dal mio impegno amministrativo.
Pertanto questa mattina ho rassegnato le dimissioni dall'incarico di Assessore e Vicesindaco presso il Comune di Grottammare’.
2007-05-23 - Riportiamo il comunicato del Sindaco di Grottammare Merli.
I fatti di questi giorni ci inducono a rinnovare anche pubblicamente l’amicizia, la stima e, soprattutto, l’affetto che tutti noi proviamo per Maria Cristina Costanzo e per la sua famiglia, che sappiamo essere molto unita ed alla quale vogliamo essere vicini, così come lei lo è stata per tanti anni alla città che amministriamo.
Nel ricevere le dimissioni di Cristina Costanzo da vice sindaco e assessore confermiamo in questa sede che l’assessorato alle Politiche sociali di Grottammare è e resterà di Maria Cristina Costanzo. Questo è il grazie di tutta Solidarietà e Partecipazione ad una persona che ininterrottamente per 13 anni si è sempre distinta per l’impegno incondizionato con cui ha portato avanti un compito difficile come quello della solidarietà e del sostegno sociale, un impegno che ha fatto di Grottammare il fiore all’occhiello dei servizi sociali di tutta la regione Marche.
Pertanto, nell’ipotesi che lei decidesse per l’irrevocabilità delle sue dimissioni, perché giustamente l’aspetto familiare rimane prevalente rispetto a quello politico, annunciamo che l’assessorato alle Politiche sociali del comune di Grottammare non verrà riassegnato, ma sarà trattenuto ad interim dal sindaco che si avvarrà della collaborazione dei consiglieri. Con questo, vogliamo sottolineare che questa amministrazione sarà in debito di riconoscenza nei confronti di Cristina per sempre.
La politica deve volare alta e si deve preoccupare dei problemi della gente e non arrivare ai bassi livelli di persecuzione personale pur di scardinare gli equilibri politici e amministrativi di una comunità. Dagli esposti alla Procura della Repubblica, all’interrogazione al presidente della Regione Marche, fino all’interrogazione parlamentare, senza mai nessun riscontro oggettivo, come pure sentenziato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo, tutto è stato tentato per esasperare una situazione e costringere all’errore.
Una pressione talmente forte che ha persino condizionato e rallentato l’operato di tutta la struttura burocratica. Non vogliamo con ciò giustificare il gesto compiuto da Elvio Mazzagufo ma non ci è difficile capire come un lavoratore possa essere arrivato alla conclusione che solo un gesto eclatante potesse smuovere una situazione follemente ingessata. C’è da chiedersi se ancora oggi c’è qualcuno che pensi che Elvio Mazzagufo fosse protetto e facilitato, come è stato sempre dipinto all’opinione pubblica, oppure se avesse solo la “colpa” di essere il marito della vice sindaco di Grottammare.