di Rive Gauche
Se i nostri amministratori, oltre che leggere la notizia su l’Internazionale n.713, fossero stati alla conferenza di Frankfurt dove se ne parlava, oppure avessero direttamente visitato Bohmte (13.500 ab., Bassa Sassonia, circa come Grottammare), o Drachten (48.000 ab.,Olanda, circa come S.Benedetto) dove l’hanno messa in pratica con successo, l’avrebbero già proposta anche qui da noi la per niente strampalata idea di abolire semafori e cartelli stradali nelle città.
Cominciando intanto col segare i semafori ( positivi esempi in Inghilterra, Spagna, Stati Uniti). E’ chiaro ormai che non assolvono più la funzione di ordinare il traffico (anche se gli attribuiscono qualche intelligenza…). Anzi, ne sono essi stessi creatori e moltiplicatori. Solo con i vigili è peggio. A chi non è capitato di osservare la sorprendente scorrevolezza del traffico quando i semafori – magari per un guasto – sono lampeggianti?
Fior di specialisti hanno verificato che nell’ambito della convulsa circolazione urbana proprio l’assenza di segnali e semafori è un “fattore positivo che responsabilizza i cittadini”. Dovendo essi autoregolarsi, l’indispensabile prudenza gli viene spontanea: tutto funziona meglio perché tutti fan meglio funzionare il cervello. Tolta ogni segnaletica (ormai “invisibile”, assillante, confusa e contraddittoria), si circola meglio in macchina, ci si sposta meglio a piedi, in bici. E senza caos diminuiscono inquinamento, rumori, incidenti, stress. Una filosofia radicale che s’ispira al concetto di “spazio condiviso” (Hans Monderman) anziché “riservato”. Basta regole rigide. Via inutili semafori e selve di cartelli. Spariscano pure marciapiedi, cordoli, pali, fioriere, ringhiere pubblicitarie, barriere d’ogni tipo tanto care agli architetti. Tutto “a filo”, delimitando gli spazi “consigliati” solo con i colori. Progettando i flussi con sapienza, sarà sempre possibile correggerli con facilità e in economia, con una mano di vernice. E basta sproloquiare di piste ciclabili, che sono “una presa per il culo”.
“Meno sicuro = più sicuro”. Ridete, ridete! Mbe’, è assodato che funziona. A patto di preparare l’operazione con intelligenza, coscienza, convinzione, fantasia, coraggio, rispetto, fiducia, tempo. Liberarsi di certi ingegneri del traffico, dei lavori del traffico, della manutenzione, dei costi…
Lo so che è impossibile, con le nostre ragnatele mentali. Eppure i problemi della mobilità e della vivibilità urbana – irrisolvibili, rendiamocene conto – potremmo alleggerirli con semplicità e quasi gratis, copiando da altri, migliorando le nuove intuizioni (dieci anni fa eravamo tutti nemici delle rotatorie, primo esempio di eliminazione dei semafori ) e chiamando tutti a raccolta. Uno scatto di civiltà è possibile?
Invece, voilà, 500.000 Euro per ½ viale De Gasperi. Già sulle soluzioni ci scanniamo, e non piacerà. Né funzionerà. Saranno sempre - in salsa mista - dossi, cordoli, semafori, cartelli, segnali, divieti…. Perdita di tempo.
Ci impoveriamo e ci incarceriamo. Da soli.
Ps/ Il titolo era “Città senza semafori”.
11.10.’07 RIVE GAUCHE