di Rive Droit et Rive Gauche
“In un viaggio in un paese dell’Oriente il signor Palomar ha comprato in un bazar un paio di pantofole. Tornato a casa […] s’accorge che una pantofola è più larga dell’altra e gli cade dal piede.”
Non siamo “un paese dell’Oriente”, ma il mediorientale ce l’abbiamo e cose mediorientali ha prodotto (come il mezzo lungomare finto-Dubai di fumiganti aiuole e cordoli e dossi e muriccioli contro i quali allegramente fracassarsi pedali ruote caviglie culi ). E il mezzo-viale De Gasperi-est germinante qual Venere fanciulla dal tumultuante Egeo del farnush-pensiero sarà la nostra pantofola spaiata ( “…il vecchio venditore seduto sui calcagni [….] fruga nel mucchio per trovare una pantofola adatta al suo piede e gliela fa provare , poi si rimette a frugare e gli consegna la presunta compagna, che lui accetta senza provarla” ).
Un geniale “boulevard abbellito da aiuole e alberelli”. Noi che in tutta la città non abbiamo un fazzoletto di verde decente: terra dura da picconare, spazio da arrotare, da riempire di rifiuti perenni, cacche pietrificate, ossa di bicicletta. Aiuole solo per un giorno all’anno, disperatamente farcite di violette marca Giulietta Capriotti, piantate la mattina e rubate la sera.
E poi travertini e marmi e piastrelle (e parquet?) e chicane. La pista ciclabile, chissà. Che sarebbe comunque “una presa per il culo” (inutile spiegare). Un mezzo-viale est diverso dal mezzo ovest! Pretenzioso, arrogante ruffiano, con tutto quello che serve per non servire. Roba da calamitare e far sganasciare i turisti, ma architettonicamente ancor più ”spazio-spazzatura disarticolato, progettato senza gusto, per disorientare, privo di identità e pronto ad assumerne cento, fasulle”.
Come oggi, le vetrine si accecheranno a vicenda da una parte all’altra dello stradone, e tutt’intorno pedoni incazzati, battaglia di traffico, frastuono e polveri, neanche sottili. Un viale spaiato come una spaiata pantofola di lusso inutile al nostro quotidiano, farcito di orpelli (orientaleggianti) kitsch, costosi, stonati. Posto d’opprimente confusione, snaturato, falso, pure in concorrenza col fratello “povero” lato-ovest, ormai eterna incompiuta, il marciapiede color carne trafitto da chiodi giganti e sporgenti. Che dolore. Avremo la nostra pantofola spaiata, insomma. Completiamola allora, la frittata: chiamiamolo viale Giovanni Gaspari - quello est - e rien ne va plus.
Per dirla con Annie Choi ( Pidgin Magazine, 6/2007 ): “Cari architetti, siamo stufi della vostra merda”.
“E vede una smilza ombra percorrere il deserto zoppicando, con una calzatura che gli sguscia dal piede a ogni passo, oppure troppo stretta, che gli imprigiona il piede contorto”.
[ Grazie a: I.Calvino; R.Koolhaas; T.Scarpa. E alla Senna ]
05.10.’07 RIVE DROITE ET RIVE GAUCHE