L'Etiopia di Francesca
Si conclude la narrazione della suggestiva processione del Timkat, importante festa ortodossa/14
30/1/2008 - Il clima festoso della celebrazione non sembrava turbato dalla presenza degli eserciti: quello federale, in uniforme mimetica di colore blu-viola, che scortava ai lati la processione e quello oromo i cui militari, in uniforme colore beige e verde, camminavano invece all’interno del corteo. A Moyale esiste anche un terzo esercito, quello dello stato somalo (l’Etiopia è una federazione di stati e ognuno di essi ha il suo esercito), ma per quell’occasione non era richiesto. La mia amica mi ha spiegato che l’esercito vigilava per evitare scontri originati possibili in occasione di manifestazioni religiose: ma credo che non mi abituerò mai alla presenza così visibile delle armi, esibite con disinvoltura e pronte all’uso. Eppure ortodossi e musulmani mi spiegano che in Etiopia ci sono tante religioni e che per questo tutti rispettano il credo altrui: in effetti anche a Moyale le differenze religiose non sembrano creare problemi, piuttosto potrebbero essere utilizzate per esacerbare conflitti di altro tipo e ben più materiali, inerenti per esempio la terra e l’acqua.
La celebrazione del Timkat è una delle poche dell’anno in cui viene portato in processione il Tabot, la parte più sacra di una chiesa ortodossa, custodito nella parte inaccessibile ai fedeli. Le chiese ortodosse, infatti, sia di pianta circolare sia rettangolare, hanno sempre una sorta di stanza, solitamente posta al centro con un’entrata chiusa da una tenda, in cui possono entrare solo preti e monaci. Lo spazio nella chiesa è sempre molto ridotto e i fedeli rimangono all’esterno, manifestando la propria fede dapprima girando almeno una volta intorno alla chiesa, da destra verso sinistra, e poi fermandosi per pregare. Il Tabot simboleggia l’arca dell’alleanza, all’interno della quale sono custodite le tavole dei 10 comandamenti date da Dio ad Abramo. Il Tabot dicono sia fatto d’oro ma nessun fedele lo ha mai visto, perché anche quando lo si porta in processione è coperto. Esistono 44 Tabot, a ognuno dei quali corrisponde un santo e una chiesa. A Moyale ci sono solo due chiese e quindi due Tabot sono stati portati in processione, trasportati sulla testa di due preti da cui i fedeli dovevano distare almeno qualche metro: intorno ad essi c’erano altre persone che reggevano i tipici ombrelli da processione, grandi e colorati.
La processione ha attraversato tutta Moyale perché entrambe le chiese sono situate nella parte alta (venendo da nord, nel punto in cui la cittadina inizia e la strada asfaltata è in discesa). Poi si è raggiunto un ampio spiazzo nella parte bassa di Moyale, al confine con il Kenya e vicino a dove abito. I Tabot sono stati posti dentro una tenda, mentre alcuni fedeli sono rimasti a vegliare tutta la notte all’aperto su materassi portati da casa. In realtà il rito prevede che la veglia notturna del Timkat avvenga vicino a un fiume o a una sorgente, ma l’area di Moyale sta lottando per prevenire la siccità che l’inizio di questa stagione secca fa temere. La mattina successiva la mia amica è venuta a chiamarmi di nuovo, perché stava per iniziare un’altra processione per riportare i Tabot nelle due chiese: stavolta però in salita….. Alle prime luci dell’alba, prima di ripartire, ha cosparso il pavimento della mia casa, che altro non è che una lastra di cemento, di erba benedetta. (da provincia.ap.it)
Francesca Bernabini
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